L’8 gennaio 1947 a Londra nasceva David Bowie, vero nome David Robert Jones. Immaginare una storia musicale senza di lui è davvero deprimente: cantante, polistrumentista, compositore ma anche attore, David ha plasmato un’intera generazione e, soprattutto, è sempre stato unico nel suo genere. MelodicaMente non poteva di certo esimersi dal fare gli auguri ad una delle personalità musicali che è stata più rappresentativa dello scorso secolo. Purtroppo, da alcuni anni, la presenza dell’artista sulle scene è diventata una chicca rara e, solo qualche tempo fa si era diffusa la notizia della registrazione di un nuovo album a Berlino, prontamente smentita sul suo sito ufficiale.
Buon compleanno, dunque, al Duca Bianco che ha avuto l’onere ma anche l’onore di essere un personaggio speciale all’interno degli scorsi decenni. La scoperta di David Bowie da parte dei fan, segue sempre un percorso molto diverso e personale: l’artista ha solcato così tanti generi e momenti poetici da essere apprezzato per motivazioni diverse e sotto sfumature che, talvolta, sono addirittura sembrate in antitesi fra di loro. Precursore del rock, del glam, e di qualsiasi parola che sia in sintonia con innovazione, il cantante è sempre stato un musicista difficile da metabolizzare; all’inizio della carriera, ben pochi critici hanno capito il potenziale di questo personaggio irrequieto e misterioso.
Il percorso artistico di David Bowie
Bisognerebbe citare davvero tutti i suoi dischi, dal vacillante “David Bowie” dalle tinte folk fino a “The Man Who Sold The World” in grado, finalmente, di mettere in luce il potenziale hard rock, glam rock dell’artista. Non si può dimenticare “Hunky Dory” che deve molto alle influenze del periodo ma che assume un sound particolare che inizia ad essere sempre più una vera e propria etichetta del cantante.
Successivamente si passa da “The Rise And Fall Of Ziggy Stardust And The Spiders From Mars” fino alla cosiddetta era di Berlino con dischi come “Low” e “Heroes”. Nei decenni seguenti, l’artista ha continuato a sperimentare proponendo assaggi di pop, di carriera cinematografica e teatrale, portando avanti altri progetti d’intrattenimento e culturali che hanno fatto si che Bowie fosse in grado di ritrovare una parte di sé, forse rimasta nascosta negli anni precedenti.
Gli ultimi periodi dello scorso secolo e questa prima decade del XXI secolo vedono il Duca Bianco allontanarsi sempre più dalle telecamere per ritirarsi dalle scene nel 2004, a seguito di una operazione al cuore. Si è spesso parlato di ritorni improbabili e di nuovi album ma, a quanto pare, il ritorno pubblico di Bowie sembra essere sempre più vicino alla speranza più che ad una fondata realtà.
Lo scorso novembre è uscita la biografia “Any Day Now” che il The Guardian ha definito “Il libro dei sogni per tutti i fan”. Scritto da Kevin Cann, il libro ricostruisce, da vicino, gli anni londinesi di Bowie ossia quelli che vanno dal 1947, anno della sua nascita, fino al 1974, anno di pubblicazione di “Diamond Dogs”. Questa biografia sembra essere l’ennesimo capitolo di tributi a David Bowie e ciò, sembra sottolineare, ancora una volta, l’influenza che ha avuto nel corso dei decenni. Recentemente, anche la modella Kate Moss, posando per la copertina di Vogue Paris, mese di Dicembre, ha voluto onorare l’artista, proprio con una delle sue famose pose raffinate e particolari.
La Stampa, facendo i suoi personali auguri all’artista, riporta alcune dichiarazioni di amici e parenti che riassumono l’attuale vita dell’artista con “legge, dipinge, vede film, va a prendere la figlia a scuola”. Emblematica fu la dichiarazione di Bowie stesso di qualche tempo fa:
Ogni anno che passa è una percentuale della tua vita che se ne va.
Anonimato, silenzio, ritiro dalle scene per una vita comune da sessantacinquenne sono le parole più in voga per descrivere il Bowie attuale. Di certo, l’intero globo si è ricordato di questo giorno speciale che ci ha regalato un personaggio unico e che, rimarrà davvero inarrivabile, anche per le generazioni future. Tanti auguri, David.
Il Buon Compleanno, non poteva che terminare con la musica e, a totale gusto personale scelgo due delle canzoni che sono state per me formative. Ricordo la prima volta che ho ascoltato “Heroes” e “Ziggy Stardust”, ricordo la sensazione di trovarsi davanti a qualcosa di unico, ricordo i brividi su quelle note.
E le vostre canzoni “del cuore” di Bowie, quali sono?
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