Giovane ma già con grande esperienza nel mondo del calcio femminile, votato dal sito Calciodonne.it, nell’ambito del premio “Golden Girls”, come miglior Addetto Stampa della Serie A per la scorsa stagione, stiamo parlando di Mattia Martini.
Mattia ricopre il ruolo fondamentale di collegamento tra la sua società, il Firenze, ed i mass media, un ruolo certamente delicato ma che esercita con estrema professionalità e passione.
A due giorni dal termine della stagione 2014/15 di Serie A di calcio femminile, abbiamo deciso di intervistare Mattia Martini per conoscere meglio come sia nata la sua passione e cercare di analizzare il campionato e anche nel dettaglio l’annata del “suo” Firenze.
Prima di tutto ti chiediamo cosa ti ha portato a seguire il calcio femminile, come è nata la tua passione?
Penso che, essendo cresciuto ad Agliana, sia un qualcosa di innato. Come tutti sanno il comune dove sono nato è stato fino al 2007 una delle piazze più blasonate del nostro Calcio, che nel 1995, addirittura, con Carolina Morace, vinse lo Scudetto e nel 1996 la Coppa Italia.
Mi sono avvicinato così tanto a questa realtà in quanto, intorno al 2010, a mio padre, fotografo libero professionista, commissionarono un servizio riguardo ad uno sport poco seguito dai mass media e lui scelse proprio il mondo femminile.
Fu così che iniziò a seguire la formazione della Real Aglianese ed io insieme a lui, per aiutarlo.
Da piccolo andavo a vedere le partite della vecchia Air Cargo Agliana, fino a che poi non vi fu la chiusura, ed a rivivere quegli ambienti, anche se in Serie C, divampò subito nuovamente la passione.
Come ti trovi a Firenze, qual è il tuo rapporto con la società viola?
Dovete sapere che io ero un accesissimo fan del Firenze, prima di approdare in maglia gigliata. Se avete dubbi su ciò chiedetelo alle stesse ragazze o alla dirigenza, sono stato addirittura in trasferta a Napoli, Brescia e Verona da tifoso, incitando con megafoni ed attuando veri e propri cori da stadio, sempre logicamente nel gran rispetto della formazione avversaria.
Mi ricordo ancora che a Brescia il pubblico delle leonesse mi fece l’applauso e Cristian Peri, loro Dg, mi chiese “Ma dove trovi tutto questo fiato?”.
A parte tutto il mio sogno era arrivare a vestire il Viola, poter dire che Capitan Orlandi era il mio Capitano… E ci sono riuscito.
Ricordo ancora quando il 16 luglio del 2012 il Vice-Presidente Roberto Orlandi, sostenuto dal Presidente Andrea Guagni, mi chiamò per ragionare di un possibile incarico all’A.C.F.: non mi sedetti neanche e gli dissi subito di “Si”.
E con le calciatrici?
Ottimo. Penso che sia molto difficile non trovarsi bene in un gruppo che ha fatto della forza del collettivo una delle sue peculiari caratteristiche, sia in campo sia fuori. Ho la più completa disponibilità nel richiedere dichiarazioni e/o interviste, nel proporre qualsiasi tipo di iniziativa, nel richiedere servizi per testate giornalistiche o per altre società nel post gara… Il mio ruolo non è semplice però certo è che sono molto aiutato dalle ragazze.
Veniamo ad un racconto di questa stagione partendo proprio dalla tua squadra, il Firenze giunto 4°, come giudichi il campionato appena concluso delle viola?
Non vi può essere gioia più grande di vivere un campionato da protagoniste: meritando una posizione tra le prime della classe e legittimando un quarto posto giocato alla pari contro qualsiasi avversaria della giornata.
Il gruppo è rimasto umile, consapevole delle proprie qualità ma conscio parallelamente dei propri limiti, la squadra ha esternato una grinta ed una sana cattiveria agonistica sfumature rivelatesi veramente importanti in determinati frangenti di stagione. Cosa dire? Il 9 in pagella è il voto minimo di una stagione fiorentina strabiliante.
Parlando invece del campionato in generale, il Verona è campione d’Italia con un punto di vantaggio sul Brescia, a tuo parere possiamo parlare di una giusta vincitrice?
Il detto “A volte non vince il migliore, vince solamente il più forte” in una competizione continua e prolungata com’è il campionato non si può nemmeno prendere in considerazione.
In tali rush, infatti, vince chi se lo merita di più: chi è rimasto più concentrato, chi ha capitalizzato al meglio le occasioni di sorpasso registrate a proprio favore, chi ha stoccato più cinicamente di fioretto negli scontri diretti…Comunque sia, secondo me, Champions e Nazionale hanno influito molto nella corsa Scudetto. Se ci fate caso ogni passo falso delle leonesse è avvenuto in concomitanza di un rientro del gruppo lombardo o di atlete lombarde da tali eventi.
Quale squadra possiamo definire sorpresa della Serie A?
Il Firenze, senza dubbi. Attenzione però: sorpresa in quanto rivelazione, non accezione di casualità di risultati.
Tutto ciò che abbiamo conquistato è frutto di dedizione e sacrificio, di un costante e crescente miglioramento, ottenuto con il lavoro sul campo e non solo.
C’è una calciatrice, tra tutte quelle affrontate, che ti ha colpito?
Un gol decisivo a Firenze che salvò il Verona dalla sconfitta, il 2-0 momentaneo che poi regalò un punto alle scaligere, dato il 2-2 finale all’ombra dell’Arena.
Parafrasando un’espressione di Arrigo Sacchi: “Giocare contro Panico è come giocare contro il tempo, perché sai che prima o poi segnerà o farà segnare.”
Se tu potessi consigliare un acquisto tra le top player mondiali, chi ti piacerebbe avere nella tua squadra?
Pensiamo ai nostri talenti, alla valorizzazione delle nostre giovani promesse, ve ne sono tante.
Se potessi calare il poker d’assi, in prospettiva futura, metterei sul banco le carte Lisa Boattin, Manuela Giugliano, Flaminia Simonetti e Martina Piemonte… Quattro ragazze che godono della mia più profonda stima: come giocatrici e come persone.
Veniamo ad un argomento, ahimè critico, la competitività del calcio italiano, cosa pensi che manchi per poter competere a livello europeo e mondiale?
Il professionismo.
E dal punto di vista mediatico? Qual è la tua opinione sulla visibilità del calcio femminile in Italia?
Devo essere onesto, sincero. Rispetto a quando iniziai cinque anni fa nella Real Aglianese in C, dai mass media in generale, c’è molta più attenzione al nostro Mondo ed anche più interesse da parte della gente.
A settimana ricevo circa una decina di richieste di interviste da testate giornalistiche online o cartacee alle nostre giocatrici, spesso mi inviano anche inviti ad eventi od a programmi televisivi locali e nazionali.
Inoltre sembrerà strano ma qualche volta anche ai bar, da persone che conosco e che sanno che sono Addetto Stampa a Firenze, mi sento dire frasi del tipo: “Allora ho visto che siete in su in classifica!”, “Mamma mia ma Gabbiadini è proprio forte!”, oppure “Ieri eravamo a casa e c’era la nazionale femminile… Caspita giocate veramente bene!” od ancora “Conosci la ragazza che gioca in porta nell’Italia?”. Tutte situazioni che non mi trovavo a vivere in passato.
Domanda personale, quali sono i tuoi sogni ed i tuoi obiettivi per il futuro?
Vincere lo Scudetto in Viola.
Un’ultima domanda prima di salutarti e ringraziarti, secondo te perchè i nostri lettori dovrebbero iniziare a seguire il calcio femminile?
Penso che ogni uomo, ogni individuo, viva di rapporti umani e credo che questo Mondo ne sia permeato, intriso. Sotto questo punto di vista ci si può solo arricchire e tale arricchimento ti porta ad un coinvolgimento emotivo che difficilmente, una volta entrati, ti permette di uscirne.