Le 75 intercettazioni “inedite” proposte dal collegio difensivo di Luciano Moggi per dimostrare quanto era diffusa tra la maggior parte delle società di intrattenere rapporti telefonici e non con i designatori. La difesa è sicura che attraverso la trascrizione di queste telefonate in quadro accusatorio non sarà più cosi netto e mistificativo nei confronti di Luciano Moggi bensì verrà fuori un modus operandi squallido si, ma comune a tutte le società italiane.
La Gazzetta dello Sport, grimaldello dell’accusa quattro anni addietro adesso è più cauta nelle sue riflessione, in un articolo di questa mattina riporta il modo in cui sarebbero ripartite le telefonate tra i principali indiziati:
- Facchetti: 41 telefonate
17 con Paolo Bergamo
10 con Pierluigi Pairetto
5 con Antonio Ghirelli a quei tempi segretario della Federcalcio
4 con Gennaro Mazzei designatore degli assistenti
3 con Massimo De Santis
1 con Innocenzo Mazzini,
1 con Tullio Lanese
- Moratti: 3 telefonate
3 con Paolo Bergamo
- Galliani: 8 telefonate
3 con Paolo Bergamo
3 con Pierluigi Pairetto
2 con Innocenzo Mazzini
- Meani: 1 telefonata
1 con Massimo De Santis
- Rino Foschi: 9 telefonate
9 con Pierluigi Pairetto
- Massimo Cellino: 3 telefonate
2 con Paolo Bergamo
1 con Pierluigi Paieretto
- Lillo Foti: 4 telefonate
4 con Paolo Bergamo
- Renato Cipollini: 2 telefonate (pres Bologna)
2 con Paolo Bergamo
- Luciano Spalletti: 1 telefonata (all’epoca allenatore dell’Undinese)
1 con Paolo Bergamo
- 1 colloquio fra Bergamo e Pairetto
- 1 fra il direttore sportivo della Roma Pradè e Mazzini