E’ cominciato, questa mattina all’Hotel Parco dei Principi a Roma, il processo sportivo sullo scandalo rappresentato dal calcioscommesse e che interessa numerosi personaggi illustri del mondo del calcio nonchè numerose società sportive. I primi a prendere la parola sono stati gli avvocati delle difese che hanno presentato le eccezioni contro le società, Triestina, Monza, Sudtirol, Frosinone, Varese, che si sono costituite terze parti interessate. Dopo una breve sospensione da parte del collegio giudicante costituito dal Presidente Sergio Artico, Claudio Franchini, Amedeo Citarella, Luca Giraldi e Gianfranco Tobia, per decidere sull’accettazione o meno, ha deciso di ammettere al dibattimento le prime quattro e di escludere il Varese perché non interessata direttamente dal procedimento. La notizia del giorno è sicuramente rappresentata dalla richiesta di patteggiamento avanzato dal Chievo Verona, infatti, il presidente Sergio Artico ha preso atto delle richieste di patteggiamento, già accettate dal procuratore federale Stefano Palazzi, sia per la squadra del quartiere di Verona (80mila euro di ammenda) che per Vittorio Micolucci (1 anno e 2 mesi), Claudio Furlan (6 mesi), Federico Zaccanti (8 mesi di squalifica). Le richieste di patteggiamento non si sono fermate qui poiché nel pomeriggio altri sette protagonisti hanno patteggiato: Stefano Bettarini, Ivan Tisci, Gianfranco Parlato, Gianluca Tuccella Claudio Furlan, Mauro Gibellini, Federico Zaccanti. Salgono così a otto tesserati e un club il numero degli interessati che escono immediatamente dal processo già dalla prima giornata. Stefano Bettarini ha richiesto ed ottenuto un anno e due mesi, Parlato e Tuccella tre anni, a Furlan, che aveva già richiesto il patteggiamento inizialmente respinto, sono stati confermati i sei mesi con aggiunta di ammenda a discrezione della Commissione Disciplinare. Zaccanti, anche lui alla seconda richiesta nell’arco della giornata la richiesta sale da otto a 12 mesi mentre Ivan Tisci ha ottenuto un anno. Artico e l’intera commissione giudicante si è chiusa per l’ennesima volta chiusa in camera di consiglio per decidere su queste ulteriori pene concordate. Al rientro dalla Camera di Consiglio c’è stato un altro colpo di scena: l’avvocato Chiusolo ha fatto richiesta di ricusazione della Commissione Giudicante. Richiesta a cui si è opposto il Capo della Procura Federale Stefano Palazzi giudicandola inammissibile.