Tre donne legate assieme da un unico filo, quello della camorra, e l’altra faccia della medaglia che viene mostrata al pubblico: "Camorriste" debutterà il 24 maggio su Crime+Investigation alle 22.55. La scelta di una programmazione dedicata a queste donne potrebbe suscitare fastidio e indignazione ma l’intento del programma è raccontare da vicino le figure femminili che ruotano attorno al mondo della camorra e quello che lo Stato italiano ha fatto fino ad oggi per contrastare la criminalità organizzata. Di donne nelle terre delle mafie, protagoniste indiscusse di atti criminali, ce ne sono molte, ma "Camorriste" si concentra su tre di loro: Antonella Madonna, Cristina Pinto e Anna Carrino.
Camorriste, le tre storie
Dall’altra parte ci sono le vittime che la camorra ha seminato e i loro familiari che si porteranno dietro – per sempre – il dolore per la loro perdita. "Camorriste" stravolge il punto di vista e racconta il ruolo che Antonella, Cristina e Anna hanno avuto all’interno delle associazioni criminali. Antonella Madonna a Ercolano dettava legge, a 26 anni aveva due figli e il potere nelle sue mani. Moglie del boss Natale Dantese, ricopre il suo ruolo quando il marito finisce in carcere. La moglie che gestiva efficacemente il giro di potere di Dantese, fece un solo passo falso: si innamorò di un altro uomo. La famiglia del marito non glielo perdonò e Antonella Madonna ha deciso di cambiare rotta e collaborare con la giustizia. Non tutti/e si pentono ma c’è chi a un certo punto decide di cambiare vita, di lasciare un circolo vizioso caratterizzato da dinamiche pericolose, che sia per collaborare con la giustizia o fare tutt’altro. Cristina Pinto, detta Nikita, è stata definita la prima donna killer di "Malanapoli", la compagna del boss Mario Perrella di Rione Traiano è stata arrestata nel 1992, all’arrivo delle forze dell’ordine teneva in braccio la sua bambina di 3 anni. Spietata contro i traditori del clan, è stata condannata a una pena di vent’anni. Una volta uscita di prigione ha deciso di lasciarsi la camorra alle spalle, diventando una pescatrice. L’ultima protagonista di queste storie, raccontate tramite materiale d’archivio e interviste a magistrati, giornalisti e membri delle forze dell’ordine che conoscono molto bene i loro casi, è Anna Carrino. Pentita per gelosia, dopo aver lottato strenuamente per mantenere il potere del marito Francesco Bidognetti del clan dei Casalesi, ha scoperto i suoi numerosi tradimenti. Lo aveva conosciuto quando aveva appena 13 anni e per 30 è rimasta al suo fianco: dopo averlo sostituito a capo del clan, una volta scoperti i tradimenti del marito (che dall’altra donna aveva avuto 3 figli e tutti ne erano a conoscenza) la Carrino ha deciso di collaborare con la giustizia e vive sotto protezione. Non una scelta morale, più che altro una ripicca, che però l’ha portata a un cambiamento radicale della sua vita e alla rinuncia di stare con i suoi figli. Riuscire a seguire la mini-serie senza avere giù un giudizio di condanna nei confronti di queste donne è un’impresa difficile, ma ci mostra appunto l’altra faccia della medaglia. "Camorriste" getta nuova luce sul mondo delle donne e il ruolo che hanno avuto nella camorra, riportando dettagli che forse non tutti conoscono. Un’occasione in più per conoscere e capire.
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