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MelodicaMente sostiene la campagna “Se aspetti un bambino l’alcol può attendere”

MelodicaMente partecipa alla campagna di sensibilizzazione “Se aspetti un bambino l’alcol può attendere“, giunta alla sua seconda edizione. Si tratta di un’importante campagna di informazione sulla prevenzione delle patologie fetali alcol correlate. L’iniziativa, che prevede tre settimane di sensibilizzazione online, è promossa da ASSOBIRRA e dalla SIGOSocietà Italiana di Ginecologia e Ostetricia, l’Associazione Medica Professionale più rappresentativa del settore in Italia. Per approfondire le attività collegate alla campagna basta visitare il sito ufficiale

In Italia oltre 560 mila donne ogni anno diventano madri e nonostante sia abbastanza alto il numero di quante conoscono i rischi del bere in gravidanza, circa il 20% non fanno la scelta drastica di rinunciare del tutto a inserire l’alcol nella propria dieta. Secondo alcuni dati rivelati da AssoBirra, sono circa 8 donne su 10 che non bevono o smettono di bere alcol appena apprendono della gravidanza, mentre il 17% riduce i consumi di bevande alcoliche ma non li elimina del tutto e un 4% mantiene le stesse abitudini pre-gravidanza.

Se aspetti un bambino l’alcol può attendere - Beviresponsabile.it

I rischi legati al consumo di alcol in gravidanza costituiscono un argomento delicato e non del tutto noto, specialmente in Italia. Il feto, infatti, non ha difese rispetto all’alcol assunto dalla madre. Questa sostanza può interferire con il suo sviluppo provocando l’insorgere delle cosiddette patologie fetali alcol correlate, che possono provocare danni permanenti e irreversibili come anormalità della crescita, ritardo mentale e alterazioni somatiche. Tali patologie, a seconda della loro combinazione e gravità vengono distinte in FAS (sindrome fetale alcolica), FAE (difetti alla nascita alcol correlati) e FASD (disordini collegati all’uso dell’alcol in gravidanza).

Se aspetti un bambino l’alcol può attendere II edizione

Da questi dati nasce l’idea di sensibilizzare la questione alcol durante la gravidanza dopo i risultati positivi ottenuti con la prima edizione di “Se aspetti un bambino l’alcol può attendere“, SIGO (Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia) e AssoBirra (Associazione degli Industriali della Birra e del Malto) lanciano dall’8 al 31 marzo la seconda edizione dell’iniziativa. La campagna prevede un’intensa attività di informazione: dall’8 marzo e per tutto il mese verrà attivato un vero e proprio “movimento d’opinione” che cercherà di dialogare sulla rete, facendo cultura su questo delicato aspetto della vita delle mamme in gravidanza. Gode del sostegno di un nutrito gruppo di personaggi al femminile tra celebrities, scrittrici, blogger, chef e sportive che hanno deciso di sposare questa iniziativa.

Il focus dell’iniziativa quest’anno è dedicato alle under 30, visto che ben una neo-mamma su 3 ha meno di 30 anni (Istat). Per di più, secondo una ricerca Demoskopea, proprio in questa fascia di età si concentrano i comportamenti meno corretti sul consumo di alcol in gravidanza.
A fronte di una media nazionale, come abbiamo visto, del 4% di donne che continuano a bere nonostante ne conoscano e percepiscano i rischi, scopriamo che questa percentuale cresce sensibilmente fra le under 30 (7% tra i 25-30 anni e 12% tra i 18-24) e che invece scende, altrettanto sensibilmente, con l’avanzare dell’età: si riassesta al 4% nella fascia 31-37 anni e scivola addirittura al 2% tra i 38-44. A riprova, i dati di quante abbandonano del tutto l’alcol (tra astemie e bevitrici) all’arrivo di una gravidanza: contro la media nazionale che è di circa l’84%, con punte virtuose dell’86% nella fascia 31-37 e dell’88% in quella 38-44, tra le under 30 questa percentuale scende invece al 65% tra i 18-24 anni e al 75% tra i 25-30.

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