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“Campovolo 2.0 3D”: la recensione in anteprima

Esce proprio oggi la registrazione integrale del concerto che Ligabue ha tenuto a Campovolo: 32 brani (oltre 150 minuti di musica), tra cui tre inediti: “M’Abituerò“, “Sotto Bombardamento” e la bellissima “Ora e Allora“. Ad anticipare questa ghiotta uscita, ieri sera c’è stata l’anteprima del film “Campovolo 2.0 3D“. Ad introdurre la proiezione di questo docu-film-concerto che Ligabue tenne al Campovolo di Reggio Emilia, il 16 luglio 2011 di fronte a 120.000 persone, ecco salire il Liga con tutta la sua band. Al cinema Adriano di Roma è scattato spontaneo il boato. I fans del Liga si fanno sempre sentire, ed è un bene. Così come è un bene che per tutto il concerto, questi stessi fans venuti da tutta Italia e radunati nel cinema di Roma, hanno cantato, battuto mani e piedi, e si sono divertiti un mondo.

Campovolo 2.0 3D

Anticipato da poco più di 7 minuti pre-concerto (in 2D) realizzati da quelli di Smemoranda, che mostrano l’arrivo dei ragazzi a Campovolo e la volata per accaparrarsi i posti migliori sotto il palco, “Campovolo 2.0 3D” rischia di essere un’esperienza inedita ed imperdibile nei cinema italiani, un’esperienza da fare per molti motivi, non ultimo quello di vedere un 3D che rasenta la perfezione, ed un’audio così avvolgente e potente che confonde i sensi. Ma andiamo con ordine.

Urlando contro il cielo

Ovvio che contenere in poco più di un’oretta e mezza il concertone e i 31 brani suonati era impresa non da poco, e infatti molti brani sono stati tagliati, lasciando però spazio ad alcuni cavalli di battaglia del Liga, dal vecchio e dal nuovo repertorio. Scelta oculata e condivisibile: non si poteva accontentare tutti e con la scaletta in programma per il concerto si ha una visione a 360° della musica del rocker.

L’audio è potente, limpido, non è un caso che sia stato mixato negli Skywalker studios di George Lucas in California. Sembra di essere in mezzo alla folla, l’immersione è totale così come il coinvolgimento.

Contribuisce ancora di più a questa immersione il 3D. Le immagini hanno una profondità incredibile e la telecamera non sta ferma un secondo. Così veniamo trasportati in mezzo alla folla ad alzare le mani e a cantare, oppure siamo sul palco insieme al Liga, o dietro il batterista, o accanto al chitarrista, oppure a volo d’uccello planiamo dolcemente sulle teste dei 120.000 ragazzi in festa. Immagini e audio rendono alla perfezione l’atmosfera incredibile di quel giorno di festa.

Non si tratta solo di tecnica (sopraffina), c’è cuore, anima e amore. E’ un omaggio per i fans che c’erano e per quelli che non hanno potuto essere presenti. E poi ci sono le canzoni, le vecchie e le nuove, quelle tirate, quelle soft, i riff micidiali, il violino e il piano. E la voce ruvida e graffiante, profonda e dolce del Liga. E la voce dei ragazzi che diventa una sola voce, contro il cielo stellato di quella notte di Luglio.

I musicisti, perfetti, precisi, affiatati, macchine di melodia e “rumore”, emozioni e divertimento. E allora elenchiamoli tutti, insieme agli ospiti speciali, sperando di non dimenticare nessuno: “Il Gruppo” (Niccolò Bossini, Giuseppe FiorilliLuciano Luisi, Federico Poggipollini, Kaveh Rastegar, Michael Urbano); “La Banda” (Robby “Sanchez” Pellati, Federico Poggipollini, Carmelo “Mel” Previte, Antonio “Rigo” Righetti); “Clan Destino” (Luigi Cavalli Cocchi, Massimiliano Cottafavi, Gianfranco Fornaciari, Luciano GhezziGiovanni Marani); e ancora Mauro Pagani (violino, mandola, bouzouki, flauto), e Corrado Rustici (chitarra).

L’altra parte del film, non meno importante, è il documentario. E anche qui c’è da ridere ed emozionarsi. Ligabue nella sua città, che passeggia per i vicoli, che ci presenta i suoi amici d’infanzia. E poi ancora la tensione prima del concerto, l’emozione sulle facce dei musicisti. Bastano poche parole per rendere al meglio il ritratto dell’artista e dell’uomo. Peccato solo che la parte documentaria sia minima in confronto al concerto, troppo breve per la voglia insaziabile dei fans di saperne di più.

Tirando le somme, la musica del Liga può piacere o meno, ma è indubbio che l’energia che riesce a sprigionare sia contagiosa, esaltante ed irresistibile. Impossibile smettere di cantare e muovere i piedi, impossibile non emozionarsi. E il 3D in quest’ottica assume valenza in più di un semplice effetto speciale, di un artificio sterile e puramente “commerciale” come stiamo vedendo troppe volte in questi tempi al cinema. Non solo per “Campovolo  2.0 3D” ha un senso, ma è la magia che permette di toccare con mano l’artista, di essere tra quella folla urlante e festante.

Quello che si celebra in “Campovolo  2.0 3D” non è solo l’artista, ma il suo splendido pubblico. Un pubblico che spera, crede e sogna. E canta a squarciagola.

In uscita nei cinema italiani il 7 dicembre.

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