Giro di boa per il sessantaquattresimo Festival di Cannes. Quest’oggi l’attenzione è focalizzata soprattutto sulla sezione fuori concorso, dove Jodie Foster presenta il suo terzo film da regista (dopo “Il mio piccolo genio” e “A casa per le vacanze”), “Mr Beaver”. Per il concorso si segnala invece il ritorno, salutato dagli applausi della stampa, di uno dei registi di culto per eccellenza, il finlandese Aki Kaurismaki. “Mr Beaver” Il film segue le vicende di Walter Black, un amministratore delegato di una compagnia di giocattoli in preda alla depressione, che indossa un castoro-pupazzo per comunicare con la moglie e con i due figli. La sceneggiatura di Kyle Killen è stata inclusa nella black list del 2008, una classifica delle 10 migliori sceneggiature non prodotte. La black list prende vita nel 2005, quando Franklin Leonard incaricato di selezionare i copioni potenzialmente più interessanti per la Appian Way, casa di produzione di Leonardo Di Caprio , travolto da un lavoro al di sopra delle sue possibilità, mandò una mail a numerosi contatti nel settore, chiedendo loro di elencare 10 sceneggiature scritte in quell’anno e ancora in attesa di essere prodotte. Da lì nacque la prima lista, che circolò inizialmente sottobanco, per poi diventare in pochi anni una vera e propria istituzione. “Mr Beaver” vede il due volte premio Oscar Jodie Foster in veste di attrice oltre che regista. Nel cast è affiancata dalla candidata all’Oscar per il bellissimo “Un gelido inverno”, Jennifer Lawrence, il giovane attore russo naturalizzato americano Anton Yelchin e soprattutto Mel Gibson che ritorna a recitare in un film dopo l’insuccesso di “Fuori controllo” e soprattutto dopo un periodo assai difficile a livello personale (le accuse di maltrattamenti contro l’ex compagna Oksana Grigorieva che hanno portato alla sua condanna a 36 mesi con la condizionale). Contrariamente a quanto inizialmente previsto Mel Gibson, che non si è presentato alla conferenza stampa di presentazione del film questa mattina, sarà invece presente alla passerella d’onore e alla proiezioni ufficiale al pubblico di questa sera. Durante la conferenza stampa Jodie Foster ha speso molte più parole in difesa di Gibson (che ad Hollywood è visto ormai praticamente come un appestato dopo gli arresti in stato di ubriachezza, gli insulti antisemiti e precedenti di violenza domestica) che non del suo film, che è stato accolto piuttosto freddamente dalla stampa internazionale durante la proiezione del primo mattino. A proposito della collaborazione con Mel Gibson, Jodie Foster ha dichiarato:
Spero che questa per lui sia la pellicola della rinascita. E’ un attore straordinario, ha un lato umoristico, divertente, e un lato oscuro. Proprio come il personaggio che interpreta in “Mr Beaver”: un uomo che combatte una lotta interiore, col suo carattere. Qualcuno che vuole cambiare, che non vuole essere come è, una parte perfetta per Mel.
“Le Havre” Presentato in concorso il nuovo film del regista di “Nuvole in viaggio”, “L’uomo senza passato” e “Le luci della sera”, “Le Havre” accolto da un caloroso applauso della platea di giornalisti e applauditissimo stamane dai giornalisti e già serio candidato per la Palma d’Oro. Miracolo a Le Havre è già stata ribattezzata questa favola moderna che racconta la storia di un vecchio lustrascarpe, Marcel Marx (Andrè Wilms), con moglie malata di cancro e un passato bohemien, e il giovanissimo migrante africano Idrissa (Blondin Miguel), che arriva in un container nella città portuale francese, col sogno di raggiungere la madre a Londra. La commedia e’ stata ambientata a Le Havre dopo una lunga ricerca della giusta location per mezza Europa, come confermato dallo stesso Kaurismaki:
Dal 2006 ho girato Spagna, Italia, Portogallo e Francia: Le Havre e’ stata la mia ultima speranza. Me ne stavo andando deluso, ma infine ho trovato un piccolo angolo non molto moderno: perché la mia macchina da presa non ama la modernità.
Una macchina da presa che Kaurismaki ha acquistato dal produttore di “Fanny & Alexander” e che che vanta un illustre predecessore, Ingmar Bergman. Kaurismaki a tal proposito ironizza:
Bergman ci ha fatto due film, io 18: non e’ più la sua macchina da presa, ma la mia. Riposi in pace.