Il giovane regista Jonas Carpignano è stato premiato al Festival del Cinema di Cannes nella sezione corti de La Semaine de la Critique con il cortometraggio “A Ciambra“.
Ancora una volta la sua opera si concentra sulla piana di Gioia Tauro, già nel 2011 infatti Carpignano si era fatto notare alla Mostra del Cinema di Venezia, nella sezione Controcampo, con il corto “A chjàna”, ambientato a Gioia Tauro.
E la piana di Gioia Tauro, sempre al centro della cronaca nei tg nazionali, ha portato fortuna a Jonas Carpignano, perché dal suo corto del 2011 è nato un lungometraggio, intitolato “Mediterranea“, al quale sta attualmente lavorando. Mentre la storia di “A Ciambra” racconta la storia di un ragazzino rom, quella di “A chjàna” parla dei fatti di Rosarno, anche quelli passati in diretta nazionale al tg, gettando cattiva luce su una zona che non viene mai valorizzata.
Ma Jonas Carpignano è riuscito a cogliere qualcosa di positivo, decidendo di trasferirsi insieme alla sua famiglia e trovando una fonte di ispirazione per i suoi lavori cinematografici. I riconoscimenti che sta ottenendo sono anche un motivo di riscatto per il territorio. Inoltre il giovane regista ha lavorato tra Roma e New York (dove si è laureato), girando per i più importanti festival internazionali, da Venezia al Sundance.
La rivista americana Filmmaker Magazine lo ha inserito tra i 25 volti più promettenti del cinema indipendente internazionale. Parlando del suo “A chjàna“, girato nel 2010, Carpignano aveva parlato di come aveva deciso di impostare il corto e come si era preparato:
Ho passato l’estate del 2010 incontrando i partecipanti alla rivolta di Rosarno e ascoltando le loro storie. Il film che ne è risultato guarda dall’interno a un fenomeno sociale e politico che è nuovo per l’Italia, e lo racconta dal punto di vista di chi lotta contro il razzismo e lo sfruttamento con la ribellione, la solidarietà e l’amicizia.