“Che bella giornata” era un successo annunciato: quest’anno il pubblico italiano ha dato largo spazio alla commedia made in Italy e dopo il trionfo di “Benvenuti al Sud”, “Natale in Sudafrica” e “La banda dei babbi natale”, che hanno sbaragliato la concorrenza hollywoodiana per settimane, arriva il nuovo film con Checco Zalone, che apre il weekend con un successo strepitoso. Uscito il 5 gennaio, il film è arrivato già ai sette milioni di euro, battendo la concorrenza di Clint Eastwood con “Hereafter” (qui la nostra recensione) e “Tamara Drewe” (qui la nostra recensione) che, si sapeva già, non era adatto a reggere il confronto. Proprio come “Cado dalle nubi” (che aveva incassato 14.073.000 euro) è Gennaro Nunziante ad occuparsi della regia e della sceneggiatura insieme a Luca Medici, noto appunto come Checco Zalone. Il comico, che ha esordito in tv, è stato immediatamente amato dal pubblico, pur distaccandosi dai modelli “classici” della comicità italiana: diversamente volgare dal cinepanettoniano De Sica, diversamente analitico rispetto all’inimitabile Carlo Verdone, distante dalle gag di Aldo, Giovanni e Giacomo, ma forse è proprio per questo che al secondo film, solitamente la prova più ardua da superare, Checco Zalone è riuscito a tenersi stretto il suo affezionato pubblico.
La trama è semplice, Checco Zalone riprende la realtà del nostro Paese con il suo inconfondibile e sgrammaticato stile, senza troppi inciuci ed intrecci, regalandoci un miscuglio di quanto quotidianamente attira la nostra attenzione. La meritocrazia è in primo piano, sottolineata dalla presenza di una famiglia pugliese trapiantata al nord, ed è nuovamente Milano a fare da sfondo alle avventure del nostro protagonista. Questa volta Checco incontra Farah dopo essere stato assunto come addetto alla sicurezza presso il Duomo. Farah è una studentessa di architettura che si finge francese, perché deve portare a termine una particolare missione. In realtà la ragazza, interpretata da Nabiha Akkari, è araba, ed infatti quello dell’islam è il secondo argomento che viene trattato (e no, Islam non è uno stato), insieme a quello della religione cattolica e quindi della religione in generale. Lo dice Checco Zalone nel brano di chiusura che “l‘amore non ha religione”, ma quest’ultima è sempre presente e talvolta diviene un ostacolo nelle relazioni. Tra gli altri personaggi vediamo Tullio Solenghi nei panni del vescovo di Milano, mentre ritroviamo Rocco Papaleo in formissima nei panni del padre di Checco Zalone, un cuoco militare senza peli sulla lingua. Il cast nutrito funziona bene, il trucco sta proprio nella semplicità della trama e nelle battute ricucite sul personaggio di Zalone, che non si distacca da quello che abbiamo conosciuto nei vari sketch tv. Troviamo anche la simpatica comparsa di Caparezza, che si ritrova a suonare “Sarà perché ti amo” e “Non amarmi” durante un battesimo. Si tratta di una delle scene più divertenti del film, in cui viene mostrato il caotico Sud, generoso fino all’eccesso, fatto di balli, canti e cibo, di raccomandazioni che raggiungono perfino la Brianza, un mondo completamente diverso dove però un po’ di Sud te lo puoi portare. Checco Zalone colpisce ancora, quindi. Si prevedono grandi numeri per le prossime settimane grazie a “Che bella giornata“, commedia divertente e senza pretese, che permette di trascorrere piacevoli momenti in sala, lontani dai cliché dei cinepanettoni che ormai ci hanno stancato. Sarà Checco Zalone il nuovo re della commedia?