Cinquanta sfumature di nero è il secondo capitolo di Cinquanta sfumature, fenomeno letterario nato dalla tastiera di E.L. James. Il nuovo episodio della saga ha cambiato regia, affidata in questa occasione a James Foley (conosciuto per la regia di videoclip e diversi film di alterna fortuna).
Cinquanta sfumature di grigio era terminato con un litigio tra il miliardario Christian Grey (Jamie Dornan) e la neolaureata Anastasia Steele (Dakota Johnson). La causa della separazione erano state le pratiche sadomasochistiche da lui tanto amate, che avevano spaventato lei.
Nei primi 6 minuti di film, ci vengono già accennati i nuclei narrativi principali della pellicola: una donna misteriosa che segue Anastasia, un capo redattore piuttosto viscido e un bambino spaventato che subisce molestie. La storia gira intorno alla riconciliazione di Anastasia e Christian. Anastasia convince Christian a intraprendere una vera e propria relazione, «no rules, no punishments, no secret», gli fa promettere lei. Il film prosegue mostrando, parallelamente, Christian che impara ad amare e lasciarsi amare ed Anastasia che impara ad amare il sesso (anche nelle forme meno convenzionali). Per un’ora e quaranta di film, succedono veramente molte cose: balli in maschera, un’ex sottomessa con crolli psicotici, una ex dominatrice indignata (interpretata da una poco convincente Kim Basinger), un tentativo di stupro, un incidente aereo.
James Foley fa un buon lavoro alla regia, ottimo il montaggio, discreta la fotografia. Eccellente la selezione musicale, migliorata la performance dei protagonisti. Un passo avanti, questo, rispetto al capitolo precedente. Con questo film, però, è venuta ancora più evidente la sua ineludibile maledizione: la trama. Che fa acqua da tutte le parti. Ci si odia, poi ci si ama di nuovo. Ci si lascia, poi ci si fidanza ufficialmente. Anastasia, durante tutto il film, invoca l’emancipazione (lavorativa, personale) che desidera e merita, ma basta una parola per farla tornare su i suoi passi ogni volta.
Con Cinquanta sfumature di nero, la Universal doveva riscattare la promessa non mantenuta di Cinquanta sfumature di grigio: il sesso. Cinquanta sfumature di nero, in questo, riesce. Le sequenze (che sono 5) sono molto buone. Girate con più sincerità e leggerezza, restituiscono una storia d’amore fuori dalle righe più coinvolgente e divertente. Si ride di più, Anastasia e Christian finalmente sembrano divertirsi tra sculacciate e gadget vari. E questo è un gran passo avanti.
Nel complesso, 50 sfumature di nero risulta troppo lungo e relegato ad una trama debole e ampollosa. Ancora non all’altezza delle aspettative e delle potenzialità di un titolo che, nonostante tutte le critiche qualitative, ha avuto un ruolo decisivo nello sdoganamento di pratiche sessuali alternative nel circuito della produzione mainstream. Consiglio il film ai curiosi e agli amanti della saga, lo sconsiglio a tutti gli altri.