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Com’è stato il concerto dei Flaming Lips con le space bubbles in Oklahoma

Uno dei settori più penalizzati dalla pandemia, ormai dallo scorso marzo, è sicuramente quello dello spettacolo, inclusa la musica dal vivo. Impossibile immaginare, dopo un anno di lockdown e divieti anti-assembramento, un concerto come succedeva fino ad un anno fa. Molti tour e date sono stati posticipati, sperando che già dalla prossima primavera si possa avere una parvenza di ritorno alla normalità. Nonostante molti artisti, soprattutto nel primo lockdown, abbiano regalato esperienze di live streaming, non c’è nulla che sia paragonabile ad uno spettacolo dal vivo. Lo streaming, per quanto di qualità, inclusi i live con gli ologrammi, non potrà mai rimpiazzare le emozioni di un concerto dal vivo, l’esperienza condivisa fianco a fianco con migliaia di altre persone. Riuscire a metterlo in pratica, con i rischi che si corrono oggi, è davvero impensabile ma è qui che entrano in gioco i Flaming Lips.



Il gruppo ha deciso di tentare un concerto dal vivo, di fronte a poche centinaia di persona, usando le “space bubble”. Delle grandi bolle di plastica, in sostanza, che permettono ad ogni spettatore di essere distanziato dagli altri ed anche isolato, senza rischi. L’idea dello show è stata del frontman della band, Wayne Coyne, che solitamente usa la sua “space bubble” per lanciarsi sul pubblico durante gli spettacoli. Il 2021, come il 2020, non permetterà molto contatto fisico e da qui è nata l’idea di estendere la space bubble anche al pubblico stesso.


© Wayne Coyne / Instagram

Allora, com’è andata? I Flaming Lips hanno tenuto un concerto a prova di coronavirus, con tanto di palloncini argentati che dicevano “Fuck COVID-19”. Il concerto si è tenuto a Oklahoma City, città in cui si sono formati, al Criterion. Sia la band che gli spettatori, erano al sicuro dentro le loro space bubbles. I Flaming Lips hanno proposto le canzoni più celebri del loro repertorio, da “Race for the prize” passando per “All we have is now” e “Do you realize?” ed una cover di “True love will find you in the end” di Daniel Johnston, il cantautore scomparso nel 2019 avrebbe compiuto 60 anni il 22 gennaio.

Il concerto è stato ripreso da una crew professionale, probabilmente verrà rilasciato in seguito come film o in un’edizione speciale per l’home video. L’idea dei Flaming Lips, sebbene si ispiri ad una consuetudine della band, potrebbe effettivamente cambiare le sorti della musica dal vivo? Wayne Coyne non ha molti dubbi in merito, lui stesso aveva già dichiarato che le space bubble sono più sicure che andare a fare la spesa.


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