Luke (Ryan Gosling) è un motociclista che vive di espedienti, si esibisce in fiere paesane e si arrabatta, vivendo alla giornata. Quando capita a Schenectady, nei pressi di New York, incontra una sua vecchia fiamma, la splendida Romina (Eva Mendes): i due si ritrovano ad un anno di distanza da quella che è stata un’intensa ma fugace avventura. Nel frattempo Romina ha avuto un bambino, Jason, di cui Luke è il padre. Spiazzato da questa notizia, il ragazzo decide di prendersi le sue responsabilità di genitore, ma Romina, in sua assenza, si è rifatta una vita e ha ora un nuovo compagno di vita. Luke non vuole darsi per vinto, abbandona il suo lavoro di stuntman e cerca di ricominciare da capo, per costruirsi un avvenire e una famiglia.
Assunto come meccanico dall’amico Robin (Ben Mendelsohn), Luke non riesce comunque a guadagnare a sufficienza per poter badare a Romina e Jason e decide di iniziare a rapinare banche.
Ben presto Luke si ritroverà faccia a faccia con Avery Cross (Bradley Cooper), un poliziotto integerrimo, a sua volta diventato da poco padre. Il loro incontro avrà risvolti drammatici e ripercussioni sul futuro di entrambi.
A tre anni dallo splendido e poco visto (da noi addirittura inedito fino allo scorso 14 febbraio) “Blue Valentine”, Derek Cianfrance si conferma autore di primissimo livello grazie a “Come un tuono”: un film ambizioso e tragico, dal respiro epico e l’ambientazione provinciale, una storia di due padri e di destini così diversi eppure indissolubilmente legati tra loro.
Le vicende di “Come un tuono”, modellate secondo una struttura romanzesca, ricoprono temporalmente quasi due decadi e nonostante la vastità di personaggi coinvolti e di sottotrame, Cianfrance e i suoi sceneggiatori riescono a gestire magistralmente un così complesso e sfaccettato materiale narrativo, suddiviso nettamente in tre atti interdipendenti tra loro. Anche laddove alcuni snodi sembrano più prevedibili o telefonati, Cianfrance riesce comunque a sorprendere e compensare con soluzioni visive e scelte di regia mai banali e sempre funzionali.
“Come un tuono” inizia con un piano sequenza neorealista (con la macchina da presa che pedina letteralmente Luke nella sua routine) e si conclude con un campo lungo da western classico: due anime cinematografiche (europea e americana) che si fondono e arricchiscono uno stile curatissimo che non è mai mera esibizione estetica, ma si pone sempre al servizio della narrazione.
“Come un tuono” racconta un profondo malessere esistenziale (declinato soprattutto attraverso gli sguardi feriti e dolenti dei suoi protagonisti), sopito troppo a lungo, il rabbioso desiderio di riscatto, l’ambiziosa ricerca di una normalità negata, la dissoluzione di un sistema familiare consolidato e l’ineluttabile forza tragica di un destino cui è impossibile sfuggire.
Derek Cianfrance, quindi, mette in scena un’America angosciata, in cui il suggestivo posto al di là dei pini evocato dal titolo originale si fa teatro di uno smarrimento collettivo e autodistruttivo: luogo che ritorna più volte e che, ogni volta secondo modalità differenti, mette i vari personaggi di fronte alle proprie scelte, alle loro responsabilità e alle inevitabile conseguenze delle proprie azioni.
La regia di Cianfrance si mostra sempre dinamica, formalmente eclettica e inventiva, ma, così come in “Blue Valentine”, anche in “Come un tuono” le interpretazioni danno ulteriore valore aggiunto al film.
Ryan Gosling interpreta l’ennesimo personaggio bello e dannato, silente e disperato, ma non c’è alcuna traccia di maniera nella sua performance: l’attore gioca prevalentemente sul suo sguardo magnetico e malinconico, latore di tante sconfitte che il suo personaggio non è riuscito a evitare, ma cui è deciso a porre rimedio ad ogni costo.
Bradley Cooper è altrettanto mirabile nel tratteggiare il suo Avery Cross, poliziotto di strada sicuro di sé che ha provato a farsi strada nella vita onestamente, ma la cui ambizione lo ha spinto verso una carriera sorretta da menzogne e tradimenti. Cross si muove appesantito dal fardello di un passato che non lo abbandona e che cerca di espiare con costanza e testardaggine.
Popolato da problematici, realistici e intensi personaggi, tristi sognatori che troppo spesso hanno fatto i conti con una spietata e disarmante quotidianità, “Come un tuono” è, probabilmente, il capolavoro di Derek Cianfrance: un film spiazzante, sontuoso e struggente, potente e memorabile.
[starreview tpl=16]