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ConcertOnTube, il canale italiano per i live in streaming

Presentato ieri tramite il web, ConcertOnTube è destinato a diventare la piattaforma di riferimento per artisti emergenti, band di calibro nazionale ed internazionale e tutti i followers che dedicano il proprio tempo e la propria passione ai live-set. Il primo concerto integrale in streaming (in Italia) lo ha regalato Francesco De Gregori ai suoi fan lo scorso Dicembre ed ha riscosso parecchio successo (anche se all’epoca lo streaming era trasmesso tramite il canale ufficiale Youtube del poeta romano). E chi dice che (come in parte già accade) non potrebbero anche trasmettere in streaming album interi con un altro canale ufficiale? Staremo a vedere. In ogni caso, come tutti i prodigi della tecnologia, c’è da considerare i lati postivi e il rovescio della medaglia in questione. Procediamo per gradi. Voluto fortemente da Federico Montesanto fondatore dell’etichetta Pirames International, il canale è stato ideato per favorire l’aggregazione tra il pubblico (o fan) ed il proprio artista (o band) di riferimento. Dopo Facebook, Twitter e gli stessi canali ufficiali Youtube degli artisti, ConcertOnTube mira ad aprire una nuova era, ad abbattere il muro virtuale che separa gli artisti ed il proprio pubblico con dirette live in streaming ed anticipazioni. Le sezioni sono 4:

  1. Big Internazionali
  2. Big Italiani
  3. Emergenti
  4. “Le Chicche”
ConcertOnTube

Sarà possibile visionare (naturalmente in linea con i contratti che ciascun artista o band vorrà sottoscrivere) interviste, materiale inedito, retroscena e spezzoni da “dietro le quinte” del backstage dei concerti. L’aggiornamento sarà settimanale ed al momento è già possibile visionare video relativi a Dolcenera, Povia, Roberto Santoro e i Prodigy (ma chiarisce Montesanto che l’archivio sarà impreziosito col passare del tempo). Come dire: l’innovazione è all’avanguardia rispetto alle attuali politiche commerciali, è al passo con l’evoluzione della tecnologia ma c’è un retroscena che bisogna tenere in considerazione e non si può prendere alla leggera.

La tecnologia oramai spopola in questo nuovo millennio ed è stata trasformata da oggetto di culto per una elité ristretta a bisogno indispensabile per la massa: i direttori di marketing, cioè, hanno fatto si che negli anni si è passati dalla soddisfazione dei bisogni dei consumatori alla creazione di bisogni da soddisfare, e per di più lo hanno abituato (il consumatore, si intende) ad adattarsi a queste nuove vicende dimenticando però che l’intera baracca si regge vuoi da un lato con la vendita dei supporti fisici (cd dvd, ecc.), vuoi dall’altro con le esibizioni live che rappresentano ancora oggi la maggior fonte di reddito degli artisti (o band). Organizzare un concerto vuol dire mettere su strada migliaia di persone che lavorano assiduamente e una volta che la tecnologia ha sostituito il lavoro fisico, che facciamo ci mandiamo gli ologrammi del pubblico ai concerti?

Ancora, già il mercato discografico è in crisi e le ragioni sono economiche (ma anche per mancanza di idee): sostituito l’uomo con la tecnologia, di fatto aumenta la disoccupazione e non ci sono più persone in grado di consumare ciò che viene prodotto. Ovvero: meno persone che possono acquistare i cd (vedi anche il prezzo da pagare) e meno persone che possono permettersi di assistere ad un concerto per i prezzi esorbitanti degli stessi. Per di più, aggiungiamoci questa nuova “idea” dello streaming ed il gioco è fatto. La prima sensazione è quella di confusione: una cosa è ascoltare il cd (e qui parliamo anche di qualità nell’ascolto) e godersi ogni traccia esplorando oltremodo la copertina; un’altra è ascoltare una canzone di sfuggita tramite Youtube e lasciarla lì, al semplice ascolto. Inoltre, questo vuol dire abituare le persone alla comodità ma anche – nevvero – ad un piacevole passatempo.

Chi si prende l’onere di abituare le persone a saper gestire l’avanzare della tecnologia senza che queste rinuncino all’acquisto di un cd o di un biglietto per assistere ad un concerto? E cosa succederà quando tutti oramai saremo abituati a questa formula e perderemo la memoria?

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