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Inter senza idee sul campo e sul mercato, Branca il colpevole?

Rimediato un misero punticino contro il Torino, tutt’altro che utile alla rincorsa Champions, l’Inter di Stramaccioni si lecca le ferite nel vero senso della parola, aggiungendo alla lunghissima lista degli infortunati anche i nomi di Chivu e Mudingayi. Se per il difensore romeno non ci sono particolari preoccupazioni, non si può dire lo stesso per il centrocampista belga, che ha avuto come esito dei risultati il peggiore dei riscontri: rottura del tendine d’Achille, con conseguente stop fino al termine della stagione. La curiosità risiede nel fatto che i fastidi al tendine di Achille sono una questione già ben nota in casa nerazzurra, considerando come gli stessi Samuel e Stankovic siano fuori per curare i problemi derivanti dai fastidi al suddetto tendine. Quasi un presagio, come nella mitologia greca, più che tendine di Achille a questo punto bisognerebbe parlare di tallone di Achille, per quanto riguarda il punto debole della rosa nerazzurra, fin troppo fragile, e capace di inanellare una serie infinta di infortuni.

Marco Branca sul banco degli imputati | ©Jacopo Raule/Getty Images
Marco Branca sul banco degli imputati | ©Jacopo Raule/Getty Images

BRANCA TALLONE D’ACHILLE?- Costruzione di gioco che latita, una fragilità difensiva imbarazzante e con appena sei punti realizzati in sei partite giocate, tutto il tifo nerazzurro ha disegnato l’identikit del vero colpevole della crisi Inter: Marco Branca. In lui è stato idealizzato dal popolo il “Tallone d’Achille” dell’Inter post 2010. Dalle ceneri della gloriosa squadra del Triplete non è risorto niente. E la masnada di allenatori matrioska, che nascondevano a turno un nuovo tecnico, e indistintamente un nuovo progetto, sono di fatto risultati tutti attori non protagonisti di un progetto tecnico che in realtà ancora oggi stenta ad esistere. Stramaccioni lanciato nel polverone nerazzurro avrebbe dovuto rilanciare i giovani della primavera, con l’unico risultato di vedere Longo catapultato all’Espanyol in estate, Duncan nelle file del Livorno e Livajia impacchettato, pronto per essere utilizzato come merce di scambio per il prossimo affare di mercato. Escludendo le scelte azzeccatissime di Juan Jesus, Guarin e Palacio, rimangono le pessime scelte in ambito di calciomercato con i nomi di Forlan (5 milioni solo per il cartellino), Jonathan (di cui gira un video su Youtube per l’errore di Udine), Pereira, pagato 13 milioni e di cui ancora si aspettano cross buoni. Continuando si devono aggiungere i nomi di Alvarez, assoluto oggetto misterioso della rosa, e i quasi 3 milioni sciupati per il prestito oneroso di Mauro Zarate. The last but not the least, la scandalosa gestione del caso Sneijder, con una svendita degna dei grandi saldi, al Galatasaray per un giocatore che sicuramente valeva di più di 7 miseri milioni di euro.

COU PER PAULINHO- Le ultime picconate al fantomatico nuovo progetto Inter, arrivano con la vendita di un classe 92, su cui si puntava moltissimo. L’addio di Coutinho in direzione Liverpool, fa sicuramente capire quanta poca pazienza e poca lungimiranza abbia la società nerazzurra nel vedere crescere i propri giovani. Soprattutto ragionando sul fatto che il sacrificio di due giocatori di qualità come Sneijder e Coutinho, sia collegato all’acquisto (non ancora certo oltretutto) di un giocatore più fisico che tecnico come Paulinho, porti tutti a pensare che il mercato interista non segua una logica ben precisa. Inoltre considerando come il brasiliano del Corinthians abbia un costo che si aggira oltre i 15 milioni di euro, la domanda sorge spontanea: vale la pena fare quest’ingente sforzo economico per ‘scommettere’ letteralmente su un giocatore che non ha ancora mai solcato i campi europei? Alvarez docet.

Branca dovrà sfruttare al meglio questi due ultimi giorni di mercato, come un buon sarto per rammendare i buchi fatti in estate, cercando di mettere qualche pezza qua e là, dove Stramaccioni sta riscontrando i problemi maggiori. Regista cercasi. Nomi come Lodi e Naingolann potrebbero essere più graditi di Paulinho. Occhio anche davanti, perché Rocchi non sembra essere all’altezza dell’appellativo di vice Milito, mentre Icardi torna di moda, dopo il poker rifilato al Pescara.

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