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Cyrus: la recensione

Diretto dai fratelli Duplass, “Cyrus” è in teoria una commedia drammatica, uno sguardo a suon di “zoom violenti” su una realtà che bene o male ci coinvolge tutti, senza discriminazione alcuna. John ha divorziato ormai da un po’ di anni dalla moglie, ma non è ancora riuscito ad accettare la sua solitudine e ancor di più non riesce ad accettare il fatto che l’ex moglie sia pronta a sposarsi nuovamente. John è un uomo che si trascura e che crede di avere ormai poche speranze, almeno fin quando non incontra Molly ad una festa. Tra loro l’attrazione scatta immediatamente, John e Molly sono due creature strane, ma si instaura tra i due un bel rapporto, che però non è particolarmente apprezzato e accettato da Cyrus, il figlio di Molly.

Cyrus

Inizialmente la donna non vuole mettere il turbo alla sua relazione con John, la situazione non ancora preso una piega ben definita ma Molly si ritrova l’uomo in casa, intento a chiacchierare con Cyrus, ventunenne che vive ancora con la madre e che si diletta a comporre musiche nella speranza di conquistare il mercato discografico. Inizialmente Cyrus non sembra ostile alla presenza di John, che rapidamente si instaura nell’ambiente familiare, spezzando ogni equilibrio pre-esistente. Molly non è in grado di gestire la situazione, o meglio, non si rende conto di quel che realmente accade. Cyrus è geloso della madre e fa di tutto per cacciare di casa John, arrivando fino all’esasperazione, ma non senza giungere al dovuto pentimento sul finale. Elogiata dalla critica, “Cyrus” viene considerata una commedia dai dialoghi esilaranti, ma di esilarante non c’è davvero nulla. La capacità che possiamo attribuire a Mark e Jay Duplass è quella di aver portato sul grande schermo una storia molto realistica, ma forse anche senza troppe pretese. “Cyrus” è una storia di solitudini che temono la solitudine. John è terrorizzato dall’idea di passare il resto della sua vita da solo, Molly ha il suo adorato figlio, ma non è sufficiente, ha bisogno di un uomo che l’ami. Cyrus ha l’amore della madre, ma non vuole perderlo per nessun motivo al mondo, è morbosamente legato a lei, tanto da arrivare a fingere attacchi di panico e trasferimenti pur di far ricadere l’attenzione su di sé. Il comportamento di Cyrus è quello che spesso si ritrova nelle cosiddette famiglie allargate, in cui per un figlio è difficile accettare la presenza di un estraneo nella propria vita, accanto alla figura del genitore. Scatta così un meccanismo di gelosia incontrollabile che porta a compiere gesti poco meditati.

Cyrus

Il film scorre decisamente lento e non si può fare a meno di notare quello che ho precedentemente definito “zoom violento”, ovvero un continuo zoom sul volto degli attori che un po’ rende la pellicola più nervosa ed anche più realistica, conferendole quel tocco documentaristico che contribuisce a rendere il tutto ancor meno distante dal quotidiano. Buone le interpretazioni degli attori. John è interpretato da John C. Reilly, uomo frustrato alla ricerca della donna perfetta, seppur con poca forza di volontà. Il gelosissimo Cyrus è interpretato dal cicciottello Jonah Hill, ma sicuramente la parte più riuscita è quella di Molly, interpretata da Marisa Tomei. Nonostante abbia un ruolo centrale nella vicenda, Molly non ha una voce forte e determinata, lo scontro rimane concentrato sui protagonisti maschili, Molly non è altro che il “premio in palio” che i due si contendono. Piccola parte per Catherine Keener, forse sprecata, visto che si tratta di una delle migliori attrici in circolazione, ma considerando le altre performances non se ne sente eccessivamente la mancanza. I dialoghi, come tutto il resto, tendono al realismo, prendendo in considerazione soprattutto le lunghe pause e le ripetizioni che forse a lungo andare stancano anche, ma rendono l’idea di quel che i registi vogliono trasmettere, pur non riuscendo efficacemente nell’intento. Di battute geniali, memorabili ed esilaranti in realtà non se ne scorgono. E’ pur vero che non sono sempre necessarie le gag e gli sketch comici, ma lo spettatore ha bisogno di essere motivato per poter scegliere di guardare il film fino in fondo. “Cyrus” resta un film con svariate imperfezioni che racconta una storia capace di offrire largo spazio ai personaggi, scavando nella loro psicologia e mettendola a confronto con lo spettatore, che può osservare da vicino i comportamenti dei protagonisti e trarre le proprie conclusioni. Si tratta senza alcun dubbio di un’accoppiata di registi promettenti, anche se questo loro ultimo lavoro non convince abbastanza; nonostante i pareri positivi raccolti e la profondità e l’importanza dell’argomento, non andiamo oltre la sufficienza. Manca ancora qualcosa, non è certamente un lavoro imperdibile nè indimenticabile.

IL NOSTRO PARERE IN BREVE

Buon Film - Una storia di solitudini che temono la solitudine.

PANORAMICA RECENSIONE

Voto CineZapping

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