“Dead Man Down” segna il ritorno alla regia di Niels Arden Oplev
Il regista danese reduce dal successo di “Uomini che odiano le donne”, il primo film della trilogia ipsirata dal romanzo di Stieg Larsson e in seguito cinematograficamente continuata da Daniel Alfredson, si affida nuovamente all’attrice Noomi Rapace affiancata da un ricco cast nel quale spiccano i nomi di Colin Farrell, Terrence Howard, Dominic Cooper e Isabelle Huppert. La sceneggiatura della pellicola è stata curata da J.H Wyman e non sono mancate le polemiche e i problemi con la censura a causa del linguaggio scurrile e le scene violente.
Trama
Victor è un uomo solitario, braccio destro di un boss della mafia newyorkese e desideroso di vendetta contro chi gli ha portato via quello che aveva di più caro. Da scagnozzo, o poco più, si trasformerà in detective una volta che il suo capo Alphonse finisce nel mirino di un cinico ed abile killer. Davanti l’appartamento di Victor vive Beatrice una ragazza che in seguito ad un drammatico incidente automobilistico – causato da un guidatore ubriaco – ha dovuto affrontare degli interventi di ricostruzione facciale per limitare le già evidenti cicatrici. Dileggiata da dei piccoli bulli di quartiere, la ragazza sembra ritrovare la felicità solo con Victor fino a una drammatica richiesta: Victor dovrà uccidere l’uomo che ha causato l’incidente della ragazza.
Giudizio
Inseguendo affannosamente traiettorie europeiste, “Dead Man Down” sfiora invece un immobilismo nell’ action (e riflettendo sugli elementi spiccatamente noir pensiamo non sia stata una scelta volontaria) americano, chiassoso – soprattutto – nell’imbarazzante finale e fin troppo sopra le righe tanto da dare l’impressione, tra improbabili ungheresi e bande di albanesi dai tratti somatici fin troppo stereotipizzati (grossi brutti e cattivi), di essere stato rinchiuso in un enorme calderone, di generi (tra il noir e l’action trovano spazio anche i revenge movie il thriller) ed idee mal rappresentate, alcune comunque elaborate in maniera imbarazzante. Tra lacune narrative e scelte ben poco felici questo riaffacciarsi di Oplev dietro la macchina da presa non ottiene l’effetto sperato nonostante l’attrice feticcio Rapace (costretta comunque in un ruolo piuttosto mal assemblato) e il buon Colin Farrell che fa il possibile per rendere credibile il suo “ungherese” in cerca di vendetta. Nonostante un prologo anche godibile ed affascinante con una fotografia curatissima, “Dead Man Down” non rispetta le attese andandosi a collocare nella pagina delle occasioni perdute (mezzi e cast considerando) non riuscendo a far immedesimare il pubblico nelle triangolazioni vendicative dei personaggi.
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