Ha debuttato nelle nostre sale già il 3 Dicembre 2009, e continua a mantenersi in testa al botteghino. Stiamo parlando di una delle ultime fatiche Disney preparate appositamente per Natale.
“Disney’s a Christmas Carol” è frutto del lavoro di Robert Zemeckis, rigorosamente in 3D, come richiedono le tendenze attuali.
La celeberrima favola natalizia di Charles Dickens è stata ripresa più volte nel corso della storia del cinema, quindi questa volta la Disney doveva affrontare una vera e propria sfida e superare la qualità di tutte le rivisitazioni passate.
Con un budget di 200 milioni di dollari e la tecnica della motion capture, Robert Zemeckis ha dato vita ad un lavoro assolutamente ben riuscito.
La storia la conosciamo tutti. Il protagonista è il vecchio Ebenezer Scrooge, scontroso ed avaro, che non festeggia il Natale e si comporta da egoista, rifiutando l’invito a cena del nipote Fred e di offrire dei soldi per aiutare i più bisognosi.
Il suo socio, Jacob Marley, morto ormai da sette anni, gli appare nella sua grande casa, fredda e solitaria, ricoperto da catene, simbolo del peso degli errori commessi in vita.
Marley avverte il vecchio Scrooge, dicendogli che tre fantasmi andranno a fargli visita, ed infatti tra passato, presente e futuro, Scrooge farà un viaggio dentro se stesso che cambierà totalmente la sua concezione del Natale, del mondo e della vita.
Robert Zemeckis non è nuovo alla tecnica della motion capture, già utilizzata in “Polar Express” e “La leggenda di Beowulf“. Perfezionando la sua tecnica, ha potuto sfruttare sapientemente anche la presenza di uno splendido Jim Carrey, che ha interpretato ben quattro personaggi: Ebenezer Scrooge e i tre spiriti, del passato, del presente e del futuro. Con la sua famosissima ed inconfondibile mimica facciale, Carrey ha saputo esaltare le particolarità di ogni personaggio.
La storia nasce fondamentalmente per dare vita a un film per bambini, ma “A Christmas Carol” in realtà è un film per adulti, sia per le tematiche affrontate che per le scene in esso contenute. Soprattutto per quanto riguarda la costante presenza della morte, immagini cupe e scure che rendono chiaramente l’idea di uno Scrooge che deve essere impressionato per poter prendere coscienza di quel che potrebbe accadergli e che necessita di redenzione. Il finale è ovviamente scontato, un sospiro di sollievo, il classico happy ending che vede trionfare, come sempre, l’amore su ogni cosa, in una Londra cosparsa dalla neve e mostrata in tutte le sue sfaccettature.
Grazie alla tecnica del 3D lo spettatore può sentirsi parte del film, può fare un viaggio nel tempo insieme a Scrooge/Carrey, e vedere la città da diverse angolazioni, avvertire la presenza dei fantasmi.
Tra gli interpreti troviamo anche Colin Firth nei panni di Fred e Gary Oldman. Quest’ultimo, come Carrey, riveste più ruoli: Jacob Marley, Bob Cratchit e Tim Cratchit. Troviamo inoltre Bob Hoskins e Robin Wright Penn nei panni di Belle, l’unico vero amore del gelido Scrooge.
Forse ci troviamo di fronte ad un lungometraggio incentrato maggiormente sulle sue capacità di stupire per il lavoro “tecnico” che per i sentimenti che potrebbe essere in grado di trasmettere, ma sulla buona riuscita del lavoro di certo non si può discutere.
Sicuramente dal punto di vista tecnico meriterebbe quasi un 10, mentre dal punto di vista globale (storia, originalità, musica etc) merita un 8 pieno e senza rimorsi.
Da vedere e rivedere.