“Dracula 3D” di Dario Argento è da poco arrivato nelle sale, ma come un po’ tutti sapranno è almeno un anno che se ne discute, specie dall’epoca del famoso, lunghissimo trailer che scatenò un dibattito quasi a senso unico con argomento: E’ “Dracula 3D” il film più brutto di tutti i tempi? A distanza di mesi, non si ha ancora una risposta certa, ma in compenso possiamo tirare le somme di un cinema ridotto all’ombra di quello che è stato.
Non voglio annoiarvi quindi sarò il più conciso possibile. Questo film non è brutto a causa dei difetti o delle ignobili scelte artistiche (si fa per dire) che sono state fatte. E’ brutto perché fatto svogliatamente, senza gusto ed ancora peggio senza amore. E’ un tema da scuola media che non influirà sui voti o sulla promozione e quindi svolto con il relativo impegno, cioè nessuno. Le scenografie di cartapesta, le scene lunghe un secolo senza uno straccio di motivazione valida, la recitazione lasciata fuori dalla porta tutto il tempo ed il tristissimo tentativo di distrarre il pubblico con due grandi seni, che pure se interessantissimi, non hanno fatto alcuna differenza. Asia Argento offre una prova eccelsa di recitazione e presenza scenica, con una dizione quasi perfetta ed un fascino che sembra non venire mai meno. Per una foca ubriaca.
“Dracula 3D” rappresenta un film dell’orrore quanto una puntata di “Un posto al sole” rappresenta la realtà della vita in Italia o, se preferite, una puntata di “Uomini e donne” è esempio di seduzione o rapporto fra i sessi. E’ finzione nello stato peggiore del termine, è prendere in giro tutti con la coscienza sporca di chi non tiene più a quello che fa, facendo sorgere il dubbio che ci abbia mai tenuto veramente.
“Dracula 3D” di Dario Argento, segna l’ultima definitiva disfatta di un’industria che ha usato la pirateria come scusa per giustificare i propri fallimenti, creativi e finanziari, ma che soprattutto non ha saputo chiamarsi fuori da quelle che sono le regole del nepotismo, della furberia, dei fondi e delle sovvenzioni sulle quali fare la cresta e chi più ne ha più ne metta. La pochezza di un film in se è ben poca cosa di fronte alla chiara quanto malriuscita manipolazione delle informazioni, convinti che intervistare quattro mercenari incapaci di esprimere frasi di senso compiuto e celebrare malamente una truffa riuscita solo grazie all’indifferenza generale possa ribaltare la situazione. Panorama desolato e desolante perfettamente riassunto da Quentin Tarantino, che sul cinema italiano ha affermato:
Mi deprime. Lei forse vedrà più film italiani di me, ma quelli che ho visto negli ultimi tre anni sembrano tutti uguali. Non fanno che parlare di: ragazzo che cresce, ragazza che cresce, coppia in crisi, genitori, vacanze per minorati mentali. Che cosa è successo? Me lo dica lei. Ho amato così tanto il cinema italiano degli anni ’60 e ’70 e alcuni film degli Anni ’80, e ora sento che è tutto finito. Una vera tragedia.
Voto:
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