Non solo musica, ma anche cabaret, Enzo Jannacci è stato uno dei personaggi che più ha donato al mondo dello spettacolo italiano e si è spento ieri, all’età di 77 anni, a causa di un cancro incurabile.
Il mondo della musica è in lutto, ha perso uno dei suoi volti più importanti, l’autore del tormentone “Vengo anch’io” e di quasi trenta album ci ha lasciato un’imponente eredità, intanto tutti lo omaggiano come possono, ricordando le sue canzoni più celebri, anedotti e battute di un uomo che dai suoi esordi col cabaret ha costruito un’impero, attorno al quale ruotavano altri mostri sacri del panorama culturale italiano, come Giorgio Gaber, Adriano Celentano e Luigi Tenco.
Sono stati tantissimi i personaggi che sono entrati a far parte della vita di Enzo Jannacci e che, in un modo o nell’altro, hanno contaminato il suo modo di fare spettacolo: Sergio Endrigo, Cochi e Renato, Dario Fo. Da quest’ultimo si era fatto notare al Derby di Milano, con lui si occupò di musica e teatro, ma nella vita di Jannacci c’è stato spazio anche per il cinema e nel 1964 lo troviamo ne “La vita agra”, successivamente ha lavorato anche con Mario Monicelli, Ettore Scola e Lina Wertmüller.
Nonostante gli alti e bassi che arrivano naturalmente nel corso di una carriera, Enzo Jannacci ha mantenuto sempre viva la sua creatività, solo qualche anno fa ha partecipato a “Zelig” e due anni fa Fabio Fazio gli ha dedicato uno speciale in cui tantissimi artisti lo hanno omaggiato, dal figlio Paolo passando per Dario Fo, Paolo Rossi, Ornella Vanoni, Roberto Vecchioni e Teo Teocoli.
Il mondo di Enzo Jannacci lo scopriamo attraverso le sue canzoni, la sua creatività variegata e mai scontata che ha conquistato il pubblico italiano fin dagli esordi, quando iniziò ad avere la fama grazie alla sua passione per la musica jazz.