Gli ultimi provvedimenti di Donald Trump – a pochissimi giorni dal suo insediamento – hanno scatenato caos e proteste. Per via delle ultime decisioni del neo-Presidente USA, il regista de “Il cliente” Asghar Farhadi non potrà partecipare alla cerimonia di premiazione degli Oscar. Dall’Academy si sono già espressi con una dichiarazione ufficiale:
Come sostenitori dei cineasti – e dei diritti umani di tutte le persone – in tutto il mondo, troviamo estremamente problematico il fatto che Asghar Farhadi, il regista del film iraniano vincitore dell’Oscar Una Separazione, assieme al cast e la troupe del film nominato all’Oscar di quest’anno Il Cliente, possano subire il divieto di ingresso nel paese a causa della loro religione e del paese da cui vengono.
Anche dal TriBeCa Film Festival, ideato da Robert DeNiro, quanto sta accadendo è stato definito “doloroso e inaccettabile”, tantissimi altri colleghi hanno protestato, non solo per questo ma per la situazione in generale. Seth Rogen ha lanciato l’hashtag #MuslimBan, hanno lanciato messaggi a favore di chi sta protestando in queste ore anche Mark Ruffalo, Kerry Washington, Michael Moore, J. K. Rowling e Patricia Arquette, tra i tanti.
La decisione finale di Farhadi è stata quella di non presentarsi comunque alla cerimonia di assegnazione degli Oscar, anche in caso di ripensamenti da parte di Donald Trump.
Tra gli altri volti noti in protesta c’è anche Simon Helberg (Howard in “The Big Bang Theory”) che è arrivato sul red carpet degli Screen Actors’ Guild Awards con un cartello a favore dei rifugiati. Anche Ashton Kutcher si è scagliato contro gli ultimi provvedimenti di Donald Trump, ricordando che la moglie, l’attrice Mila Kunis, è arrivata dall’Ucraina:
Tutti quelli che si trovano negli aeroporti fanno parte della mia America. Voi siete parte del tessuto sociale che ci rende quello che siamo. E noi vi amiamo e vi diamo il benvenuto.
Mila Kunis e la sua famiglia vivevano in quella che allora era l’Ucraina sovietica, andarono via nel 1991 per trasferirsi a Los Angeles.