Eurosport.com ha riportato la classifica fatta da il Times online su i 10 migliori piloti di tutti i tempi: sicuramente farà discutere il primo posto di Jim Clark e l’assenza dalla top ten di Tazio Nuvolari. Sarà un caso ma nella top ten figurano 4 piloti anglosassoni, Stirling Moss “l’eterno secondo” è l’unico pilota inserito a non aver mai vinto un mondiale; Senna e Clark, i primi due piloti di sempre per la gradutoria, hanno perso la vita in pista.
10 Mika Hakkinen (28.9.1968, Finlandia)
Grand Prix: 161
Vittorie: 20
Mondiali: 2 (1998, 1999)
Il finlandese è stato il pilota che più di ogni altro ha ostacolato Michael Schumacher quando il tedesco trionfava alla guida della Ferrari. Il primo acuto della sua carriera risale al 1993: all’esordio con la McLaren, durante le qualifiche del GP di Portogallo, Hakkinen si piazzò terzo nella griglia di partenza davanti al compagno di squadra Ayrton Senna. Due anni più tardi, fu vittima di un terribile incidente in Australia che lo tenne in coma per alcuni giorni. Si riprese in fretta, e restò alla McLaren fino al termine della carriera. E’ rimasto nelgi annali della F1 lo storico sorpasso su Schumacher durante il Gran premio del Belgio del 2000: mentre il tedesco doppiava la Bar Honda di Ricardo Zonta all’esterno, Hakkinen li infilò entrambi all’interno. Un sorpasso memorabile. Puro genio.
9. Nigel Mansell (8.8.1953, Gran Bretagna)
Grand Prix: 187
Vittorie: 31
Mondiali: 1 (1992)
La carriera del pilota inglese si divide principalmente tra Williams e Ferrari e conta solo un titolo mondiale (1992), eppure il ‘Leone’ rimarrà nel cuore di tutti gli appassionati di F1 per il coraggio e la personalità fuori dal comune, per la spregiudicatezza in pista e la voglia di non mollare mai.
8. Fernando Alonso (29.7.1981, Spagna)
Grand Prix:123
Vittorie: 21
Mondiali: 2 (2005, 2006)
Al volante della Renault, Alonso ha dato prova di tutto il suo talento vincendo, giovanissimo, il mondiale per due volte di fila, nel 2005 e nel 2006. Gli anni alla McLaren sono stati decisamente meno fortunati; poi, lo scorso anno, il ritorno alla Renault: l’idolo di Spagna ha concluso degnamente una stagione difficile per colpa di una vettura poco competitiva. Ha prolungato il contratto con la scuderia francese fino al 2010, mettendo fine alle voci che lo volevano diretto a Maranello,eppure c’è chi ancora spera in un suo futuro alla Ferrari.
7. Stirling Moss (17.9.1929, Gran Bretagna)
Grands Prix: 66
Vittorie: 16
Mondiali: 0
Perché inserire nei top ten un pilota che non ha mai vinto un titolo mondiale? Perché Moss era dotato di in talento innato, e l’onestà, il rispetto che provava per il grande Juan Manuel Fangio gi sono costati almeno un titolo mondiale. La sua carriera si è interrotta troppo presto, dopo un incidente a Goodwook, nel 1962. L’ ‘eterno secondo’ in F1 è rimasto nella storia dei motori per la Mille Miglia del 1955: con la Mercedes-Benz 300SLR numero 722 percorse i 1600 km in 10 ore e 8 minuti. Una impresa memorabile.
6. Juan Manuel Fangio (24.6.1911 – 17.7.1995 , Argentina)
Grands Prix: 51
Vittorie: 24
Mondiali: 5 (1951, 54, 55, 56, 57)
Basta questo dato: Fangio ha partecipato solo a 51 Gran Premi, eppure ben 48 volte è partito in prima fila nella griglia di partenza e ha vinto quasi la metà di quelle gare. Fangio è diventato una leggenda della F1. Ha vinto il suo ultimo Mondiale a un’età (47 anni) in cui la maggior parte degli altri piloti se ne sta comodamente seduta sul divano a guardare le gare in tv.
5. Jackie Stewart (11.6.1939, Gran Bretagna)
Grands Prix: 99
Vittorie: 27
Mondiali: 3 (1969, 71, 73)
Le vetture che si è trovato tra le mani (Matra e Tyrrel soprattutto) non erano straordinarie ma con lui alla guida sono risultate vincenti. Stewart si ritirò alla fine della stagione 1973, dopo la scomparsa del compagno di squadra e grande amico François Cevert, deceduto durante le prove dell’ultima gara di quell’anno a Watkins Glen. Verrà ricordato anche per il ruolo che ha ricoperto fuori dalle piste e per le sue battaglie a favore di standard di sicurezza più elevati nel circus della F1.
4. Alain Prost (24.2.1955, Francia)
Grands Prix: 199
Vittorie: 51
Mondiali: 4 (1985, 86, 89, 93)
Forse non era un mostro di simpatia, ma il soprannome di ‘Professore’ non gli è stato affibiato a caso. Pignolo all’inverosimile nella messa a punto della vettura, non amava i rischi, adorava la tattica; non ricercava lo spettacolo a tutti i costi, per lui contava solo il risultato finale. La rivalità con Ayrton Senna rimarrà negli annali della F1.
3. Michael Schumacher (3.1.1969, Germania)
Grand Prix: 250
Vittorie: 91
Mondiali: 7 (1994, 95, 2000, 01, 02, 03, 04)
Se le statistiche da sole bastassero a misurare le qualità di un pilota, Schumacher dovrebbe essere considerato il migliore dei tutti tempi. Il tedesco detiene la maggior parte dei record in F1, dal numero di Gran Premi vinti, al numero di pole position, a quello dei giri veloci.
Conquistò il primo mondiale nel 1994 con la Benetton, un trionfo assai discusso per la collisione con Damon Hill nell’ultima gara della stagione; bissò il titolo l’anno successivo e ne vinse altri cinque alla guida della Ferrari. Semplicemente, un mito.
2. Ayrton Senna (21.3.1960 – 1.5.1994 , Brasile)
Grands Prix: 161
Vittorie: 41
Mondiali: 3 (1988, 90, 91)
Tutto il mondo dello sport ha trattenuto il fiato in quel fatidico 1 maggio del 1994, dopo l’impatto della sua vettura contro il muro del Tamburello nel GP di San Marino. Quell’incidente ha posto fine alla carriera di uno dei più grandi sportivi di sempre. Coraggioso, abile tecnicamente, preparato dal punto di vista atletico, Senna viene considerato un precursore del pilota moderno. Purtroppo non potremo mai sapere come sarebbe andato a finire il duello con Michael Schumacher. Uno dei capitoli più affascinanti della storia della F1 è rimasto incompiuto per colpa di quell’incidente mortale.
1. Jim Clark (4.3.1936 to 7.4.1968 – Gran Bretagna)
Grands Prix: 72
Vittorie: 25
Mondiali: 2 (1963, 65)
Non c’era nulla che Jim Clark non sapesse fare alla guida di una vettura di F1. Tutta la sua carriera è stata contrassegnata dal ‘matrimonio’ con la Lotus: un binomio che gli ha portato due titoli mondiali. Il 7 aprile 1968, durante una gara di Formula 2 in Germania, la sua vettura andò a sbattere contro gli alberi e morì all’istante. Lo scozzese se n’è andato così, ma il ricordo del suo immenso talento sopravviverà per sempre.
fonte:eurosport.com