I Finley sono tornati alla ribalta con il nuovissimo disco “Fuoco e Fiamme”, il quarto della loro carriera avente la potenza e il coraggio di una formazione che ha sentito la necessità di ricondursi al primo disco “Tutto è possibile”.
La band, composta da Pedro, Ka, Dani e Ivan, quest’ultimo entrato a far parte di essa solo nel 2011, dimostra di amare molto questo lavoro che si può considerare “primo” sotto alcuni punti di vista interessanti: il primo con Ivan come bassista, il primo con Gruppo Randa, etichetta discografica indipendente di proprietà proprio dei Finley e il primo anche per l’iniziativa “Rock’N’Experience” creata per avvicinare maggiormente il pubblico e per far modo che esso sia una parte viva e presente all’interno del mondo Finley.
Si inizia dalla domanda riguardante la scelta di creare una vera e propria etichetta discografica, spiegata dalla band come la volontà di:
Una indipendenza artistica, di gestione, di comunicazione e di riorganizzazione e organizzazione. La nostra etichetta è stata aperta perchè credevamo essa sarebbe stato l’unico modo di soddisfare i Finely. Fuoco e Fiamme suona molto coerente dall’inizio alla fine, ci piace pensare che esso sia il nostro nuovo primo disco.
La ricerca musicale dei Finley è sfociata in questo disco che risulta essere molto compatto e potente, con un suono ben preciso. “I due dischi in mezzo sono serviti anche per deviare rotte e per arrivare a questa nuova identità”. Ricordiamo che la nascita della band è avvenuta nel 2002 e i membri stessi della formazione rimarcano il fatto che hanno voluto regalare ai fan un disco che fosse pienamente in tema Finley proprio per festeggiare al meglio il decennale dalla nascita. I Finley hanno pubblicato nel 2006 “Tutto è possibile”, prodotto da Claudio Cecchetto che è stato un personaggio fondamentale per la crescita personale e musicale degli stessi componenti, a cui è susseguito l’anno successivo “Adrenalina”. Il terzo disco della formazione “Fuori!” si situa invece nel 2010.
Dall’intervista emerge il profondo orgoglio della band verso “Fuoco e Fiamme” che vedrà la luce proprio il 29 maggio 2012 ed è il primo disco prodotto dagli stessi Finley, mediante la nuova etichetta discografica Gruppo Randa. Menzione anche per il nuovo bassista Ivan, che ha saputo dare un apporto sia per l’arrangiamento dei nuovi pezzi sia come nuova linfa vitale all’interno del gruppo, anche se egli era già precedentamente molto amico dei componenti della formazione.
I Finley parlano anche della collaborazione con Edoardo Bennato che ha lavorato con loro nella canzone “Il meglio arriverà”. Ricordiamo che essi avevano già lavorato con lui dopo averlo conosciuto durante un live nel 2008. La band parla di Bennato dicendo che è uno spirito entusiasta, giovane mentalmente e musicalmente. La formazione lo menziona come un “maestro di vita e di musica”. I Finley ricordano questo brano che parla della terra d’origine di Bennato come un regalo più che una vera e propria collaborazione.
Spiegando l’In-Store Tour che inizierà il 29 maggio 2012 dalla Mondadori di Milano (Corso Vittorio Emanuele) e sarà dunque un modo proprio per incontrare e sentire da vicino questo nuovissimo disco, i Finley si ricollegano al pass “Rock’n’Esperience”, contenuto nel disco stesso, che permetterà ai fan di accedere ad una community apposita, di salire sul palco con loro, di incontrarli ed interagire proprio con la band stessa. Riguardo al tour estivo, saranno live molto serrati, molto rock, pieni di energia e non ci sarà spazio per rimanere fermi ma solo per sudare e divertirsi.
Un disco che vuole essere un messaggio verso i giovani, verso questa nazione che ha bisogno di essere presa per mano e “rialzata”. “Fuoco e Fiamme” è stato scelto perchè è un titolo accattivante e in particolar modo in grado di rappresentare il sound del disco, un fuoco che attraversa tutte e tredici le canzoni dell’album, dimostrato anche dalla copertina molto basilare ma avente un collegamento sempre con il fuoco, con le fiamme, pur essendo definita dai Finley come “una scelta semplice”. Una delle canzoni più rappresentative del lavoro è proprio “La mia generazione” che ha un piglio quasi rabbioso proprio perchè questa nazione ha bisogno di coraggio e di forza. I Finley ricordano la loro amicizia, in musica, raccontano la loro volontà di “vivere una passione musicale. Non si parla più delle band degli anni ’70 e ’80 che guadagnavano miliardi e vendevano milioni di dischi”.
Menzione anche riguardante i talent: la band sostiene che secondo loro i talent erano nati con un altro intento ma il periodo economico della discografia ha fatto in modo che essi siano divenuti oggetto “televisivo” e mediatico. Un certo senso di illusione e un meccanismo molto pericoloso in quanto il successo inizia in maniera inaspettata ma, l’anno dopo, il vincitore è già vecchio, l’anno dopo c’è qualcun altro al suo posto. Ancora una volta dunque viene ripreso il meccanismo difficile e in qualche modo “assurdo” dei talent. I Finley concludono con “un castello che prima o poi cadrà, un meccanismo che non può essere quello giusto, perchè l’anno dopo ne esce un altro e un altro ancora”. La band racconta anche che la prima cosa che Claudio Cecchetto ha detto loro è che “le estremizzazioni sono sempre false, la verità sta nel mezzo”.
Riguardo ai Social Network, i Finley amano molto il rapporto con i fan e, proprio durante la scrittura di “Fuoco e Fiamme” è stato creato “Timeline Videodoc” proprio per fare in modo che i fan non acquistino a scatola chiusa il disco ma hanno già un punto di vista, un ascolto, in quanto i video hanno mostrato proprio la lavorazione del disco, con tanto di secondi di registrazioni. Una democraticità del sistema e quindi la volontà di seguire chi si vuole e soprattutto di avere una scrematura dei fenomeni di massa, questo è il potere di internet.
Un disco definito come “coinvolgente, coinvolto e unico”. Unico perchè i Finley dicono “a costo di peccare di presuzione, non c’è un disco del genere in Italia. Molte volte si mette in bocca la parola rock per essere più cool ma, questo è un disco rock“. Un disco potente, con brani che sono uno più bello dell’altro e che ha continui riferimenti mentali con il primo disco. Insomma, la band sembra essere profondamente orgogliosa di questo progetto definito “in controtendenza con il mercato radiofonico attuale”. Un disco che “in Italia non funziona” perchè troppo potente e coraggioso ma come si usa dire, la speranza è sempre l’ultima a morire.
Un abuso di “rock” anche se ci si trova a vivere in un momento di flessione proprio del rock stesso. Si conclude con le principali influenze o meglio, cosa i Finley hanno maggiormente ascoltato in questo periodo e i nomi che balzano all’attenzione sono i Foo Fighters, ritenuti quasi degli “idoli storici”, passando per l’ottimo lavoro dei Mumford & Sons, toccando i The Black Keys e Kasabian, definiti come una potenza live incredibile. Non ci resta dunque che seguire la band dal vivo e monitorare le sorti di questo nuovissimo “Fuoco e Fiamme” di cui, siamo certi, avremo modo di parlare ancora.