Se è vero che ci sono anni che non si dimenticano mai, come recita la tagline di “Fino a qui tutto bene“, quelli universitari rientrano in questa schiera.Roan Johnson ha ricevuto il premio del pubblico al Festival di Roma e sta portando in giro per l’Italia e non solo la sua commedia “Fino a qui tutto bene”, con protagonisti Alessio Vassallo, Paolo Cioni, Silvia D’Amico, Guglielmo Favilla, Melissa Anna Bartolini e Isabella Ragonese.
Tutto è partito nel 2013, quando l’Università di Pisa ha chiesto a Roan Johnson di realizzare un documentario:
Abbiamo fatto una ricerca per capire le tematiche e andando avanti ci siamo emozionati e divertiti, ci siamo sorprese perché a differenza della mia generazione, questi ragazzi avevano una certa consapevolezza della crisi, ma al contempo tanta determinazione.
Da qui effettivamente è nato un documentario, si chiama “L’uva migliore” ma è nata anche l’idea per “Fino a qui tutto bene“, sceneggiato da Johnson e Ottavia Madeddu, che ha raccontato:
Nel film si trova parte dei racconti dai quali abbiamo estrapolato le storie che ci avevano più colpito. Abbiamo ripreso materiale vero dell’oggi insieme a storie legate alla nostra esperienza ai tempi dell’università. Il genere è particolare, i personaggi sono protagonisti tutti insieme, è un racconto corale che non segue la formula classica.
Melissa Anna Bartolini, che interpreta Francesca, ha raccontato come ha vissuto l’esperienza sul set. Per girare “Fino a qui tutto bene“, infatti, gli attori hanno realmente convissuto nell’appartamento in cui poi sono state fatte le riprese:
Abbiamo lavorato duramente, anche se tutto appare leggero e facile. Abbiamo rispettato la sceneggiatura e non c’è improvvisazione ma tante prove. Giravamo cose di cui ci sentivamo sicuri, la spontaneità è nata dal lavoro. Abbiamo vissuto insieme durante le riprese, c’è stata una fusione tra la nostra vita e quella dei personaggi.
Anche Roan Johnson ha ribadito questo tipo di lavoro da parte degli attori:
Siamo andati a cucire addosso agli attori lo stato d’animo che dovevano avere. Facendo questo prima di ogni singola scena siamo riusciti ad arrivare alla spontaneità, anche se può sembrare un paradosso.
Guglielmo Favilla non ha vissuto direttamente l’esperienza universitaria, ma quella della convivenza sì. Il personaggio di Andrea è anche l’inventore della “pasta col nulla”, ricetta nota a tutti gli studenti:
Ho sentito molto mia la storia dei teatranti che cercano di fare qualcosa.
Favilla, come i colleghi, ha dovuto fare tanta gavetta: uscito anche lui dal Centro Sperimentale, ha lavorato con Paolo Virzì e Sydney Sibilla. Paolo Cioni nel film non cambia nome, è l’amico che non vuole rassegnarsi all’idea di dover crescere e continua a rimandare il giorno in cui dovrà finalmente accettarlo. Il futuro, dopotutto, fa paura a molti:
Noi eravamo molto uniti e anche la troupe, si era creato questo bel legame, sembrava di stare in una grossa camerata, un’unione che ci ha portato ad essere molto felici.
Presente alla conferenza anche Francesco Bottai de I Gatti Mèzzi, il gruppo pisano che ha realizzato la colonna sonora:
Uno dei nostri grandissimi miti è stato Nino Rota. Ho pensato di fare musica quando ho visto “Amarcord” di Fellini. La musica del film si è sviluppata quando ci siamo chiesti cosa avrebbe fatto Nino Rota ed è stata la realizzazione di un sogno, perché siamo cinefili!