Ieri sera Francesco De Gregori ha portato “Sulla strada” anche al Teatro Verdi di Firenze. Il nuovo album vanta collaborazioni preziose, con Nicola Piovani e Malika Ayane: cinque brani, tutti molto interessanti, con uno stile che non si distacca dai precedenti lavori del cantautore, accolto calorosamente dal pubblico fiorentino. Tantissimi i giovani che sono venuti ad ascoltarlo, una piacevole sorpresa vedere che in molti ancora sono capaci di distaccarsi dalla pochezza di contenuti di molti brani commerciali per concedersi due ore di pura poesia. De Gregori non sarà il più modesto e carismatico dei cantautori italiani in circolazione, ma i testi delle sue canzoni sono sempre piacevoli, non solo all’ascolto, ma anche la lettura.
Francesco De Gregori ha esordito proprio con “Sulla strada“, brano che dà il titolo al suo nuovo lavoro, già disco d’oro lo scorso marzo, ed ha proseguito con altri due brani dallo stesso album, “Passo d’uomo“, “Belle epoque” e “Guarda che non sono io“, anticipando già dal primo pezzo: “Ancora altri due o tre brani dal nuovo lp e dopo apriamo la gioielleria“.
La gioielleria si è aperta con “Titanic“, tra gli “applausi del pubblico pagante” che, preso dall’entusiasmo, sui pezzi più conosciuti non smetteva più di applaudire. Come in “Viva l’Italia“, un brano sempre molto attuale al quale ha fatto seguito “Tempo reale” e poi una delle canzoni più conosciute, “Generale“.
Dopo “La storia siamo noi” è stato il turno di “Santa Lucia“, una delle canzoni più poetiche e suggestive di De Gregori, che sul palco non spicca per il suo carisma e la capacità di trascinare il pubblico. Vedere un’artista dal vivo comporta sempre molteplici emozioni, ma guardando Francesco De Gregori si ha come la sensazione che si stia limitando a compiere il suo lavoro, accontentando il pubblico che si aspetta i pezzi più celebri della sua carriera, senza sforzarsi di offrire di più, forse senza l’intenzione di volerlo fare: i grandi assenti della scaletta della serata sono “La leva calcistica della classe ’68” e “Alice“, mentre non sono mancati “La donna cannone” e “Buonanotte Fiorellino” col bis in versione più movimentata e meno ninna nanna, un arrangiamento divertente. De Gregori e la sua band hanno lasciato più volte il palco cercando il supporto del pubblico, che tra fischi, applausi e richiami, aspettava almeno un altro dei brani più famosi e belli dell’intera carriera del cantautore: dopo “Can’t help falling in love” di Elvis Presley è arrivata la chiusura con “Rimmel”. Strano che non ci sia stato nemmeno un omaggio all’amico Lucio Dalla, che ha reso indimenticabili molti dei live del cantautore romano.
La scaletta del concerto
1) Sulla strada
2) Passo d’uomo
3) Belle epoque
4) Guarda che non sono io
5) Titanic
6) Viva l’Italia
7) Tempo reale
8) Generale
9) Il panorama di Betlemme
10) Atlantide
11) Compagni di viaggio
12) Bellamore
13) Battere e levare
14) Sempre e per sempre
15) La storia siamo noi
16) Santa Lucia
17) Un guanto
18) Bambini venite parvulos
19) Finestre rotte
20) Pezzi di vetro
21) Showtime
22) La donna cannone
23) Buonanotte Fiorellino
24) Can’t help falling in love (cover Elvis Presley)
26) Rimmel