La 66esima edizione del Festival di Berlino si è conclusa con un orso d’oro a “Fuocoammare“, documentario tutto italiano diretto da Gianfranco Rosi, che racconta la situazione drammatica dei migranti che sbarcano in Europa in cerca di fortuna.
Già vincitore del Leone d’oro a Venezia con “Sacro GRA”, Gianfranco Rosi tocca ancora una volta un tema attuale e scottante, che ha convinto la giuria del Festival di Berlino. Il documentario è stato girato nell’arco di un anno e mezzo a Lampedusa, isola simbolo degli sbarchi e delle tragedie che ogni giorno centinaia e migliaia di migranti si portano dietro, senza tralasciare la condizione vissuta dagli abitanti dell’isola. L’Europa non ha preso ancora dei provvedimenti seri in merito e l’Italia è uno dei Paesi che maggiormente ha contribuito a ospitare i migranti, oltre ad essere il primo che raggiungono. Nel suo discorso di ringraziamento Rosi ha dichiarato:
Il mio pensiero va a tutti coloro che non sono mai arrivati a Lampedusa nel loro viaggio di speranza, e alla gente di Lampedusa che da venti trenta anni apre il suo cuore a chi arriva.
Fuocoammare – La sinossi
Samuele ha 12 anni e vive su un’isola di pochi abitanti lontano dalla terraferma. Come tutti i bambini della sua età gioca e va a scuola. Tira con la fionda, costruita con meticolosità, su barattoli e fichi d’India. Ha un amico al quale insegna come andare a caccia e un compagno di scuola che gli insegna a remare tra i natanti del porto vecchio. A Samuele, però, piacciono i giochi di terra, anche se tutto intorno a lui parla di mare e di uomini, donne e bambini che cercano di attraversarlo per raggiungere proprio la sua piccola isola di sassi e rovi. Ma la sua non è un’isola come le altre. Si chiama Lampedusa ed è il confine più simbolico d’Europa, il luogo dove si è concentrato negli ultimi venti anni il destino di centinaia di migliaia di migranti in fuga da guerra e fame per assicurarsi un pezzo di libertà. Samuele e i lampedusani sono i testimoni a volte inconsapevoli, a volte muti, a volte partecipi, di una tra le più grandi tragedie umane dei nostri tempi.