Nel lunedì delle proteste arbitrali Interiste a seguito del pari interno contro il Cagliari e del rigore non concesso a Ranocchia, del “no comment” apparso sul sito della Juventus con tanto di link alla relazione del procuratore Palazzi sugli illeciti dei dirigenti nerazzurri nel periodo Calciopoli riferendosi alla non possibilità di chiedere il deferimento a causa della “prescrizione”, anche Adriano Galliani non poteva sottrarsi ad un proprio commento sulla vicenda di strettissima attualità.
Un intervento finalizzato a sminuire le polemiche dei cugini nerazzurri e le successive pesanti illazioni sollevate dal presidente Massimo Moratti che ha tuonato contro la classe arbitrale con un inequivocabile riferimento al periodo Calciopoli, rimarcando da parte di Galliani il fatto che sia “fisiologico che le proteste avvengano quando si hanno dei danni e non quando vi sono dei vantaggi”. In tal senso, dunque, si evidenzia come l’intento del dirigente rossonero sia proprio quello di ridimensionare la vis polemica dell’ambiente nerazzurro, nonostante le dichiarazioni siano finalizzate a “non commentare i fatti di Inter e Juventus“. Fra il dire ed il non dire, dunque, Galliani sottolinea come, ritenendo opportuno guardare in casa propria, il Milan sia stato penalizzato nel derby disputato quest’anno, “con un gol regolare annullato ed un rigore non concesso”.
Al problema arbitri, però, secondo Galliani non si può trovare agevolmente una soluzione, perchè non può esserci un rimedio agli errori umani, evidenziando che il Milan lo scorso anno ha subìto uno degli errori più eclatanti – riferendosi evidentemente al gol annullato a Muntari in Milan-Juventus – ma “non si è lamentato più di tanto”.
Alle parole di Adriano Galliani non si è fatta attendere la lapidaria replica del presidente Massimo Moratti, che – intercettato all’uscita della sede Saras di Milano – alla precisa domanda sulle affermazioni del dirigente rossonero si è limitato ad affermare: “Chissenefrega, e poi non mi sembra che abbia detto nulla di strano”, rispedendo seccamente la “morale” al mittente.