Dopo l’arresto di venerdì scorso, George Clooney è finito in carcere. Aveva la possibilità di fare una telefonata e senza pensarci due volte ha chiamato la mamma, Nina Bruce. L’attore è molto legato ai genitori, insieme a lui in cella peraltro c’era suo padre, Nick Clooney, coinvolto nella protesta insieme a lui.
L’attore in cella era in ottima compagnia, c’erano anche il figlio di Martin Luther King e alcuni parlamentari statunitensi: Al Green, Jim McGovern, Jim Moran e John Olve. Tutti erano in protesta contro il governo del Sudan, da tempo ormai Clooney si batte contro i drammi che ogni giorno vive la popolazione di quel Paese. L’obiettivo era quello di ottenere un po’ d’attenzione, l’attore e gli altri manifestanti però sono riusciti ad ottenerne più del previsto, la notizia in poco tempo ha fatto il giro del mondo, diventando di risonanza internazionale.
Dopo aver svelato a chi aveva rivolto la sua telefonata, George Clooney in seguito al rilascio ha spiegato:
Volevo attirare l’ attenzione sul pericolo di un nuovo massacro in Sudan e al momento uno dei pochi modi per riuscirci è farsi arrestare.
Tuttavia l’attore ha spiegato anche che non è molto bello finire in manette, e spera che questo non accada più:
Abbiamo pagato una multa, eravamo tutti in una cella insieme, è stato bello. È il mio primo arresto, grazie per avermelo chiesto. E speriamo che sia la mia ultima volta.
Scherzi a parte, anche noi auguriamo a George Clooney di non aver più bisogno di tornare in cella per potersi esprimere contro quello che è un massacro senza fine. Non solo attore, regista e “scapolo” di successo, Clooney ha dimostrato di essere in gamba anche dal punto di vista politico e non ha intenzione di smettere di battersi per la sua giusta causa, il problema del Sudan, così come quelli di molti altri Paesi, non possono passare inosservati. Ma Stacy Keibler si sarà offesa per non essere stata lei il primo pensiero del fascinoso George?