A sentire il titolo “Gnomeo e Giulietta“, ci sembrava che il nuovo film di Kelly Asbury fosse una trovata abbastanza originale, in quanto rivisitazione della celebre tragedia di William Shakespeare. In realtà il film delude le aspettative e non è poi così originale come appare.
In realtà Kelly Asbury non ci aveva entusiasmato tantissimo con “Shrek 2“, anche se aveva dimostrato in qualche modo di saperci fare. Questa volta, pur avvalendosi di una tecnica CGI assolutamente ottima, non riesce ad offrire una storia che possa davvero intrattenere lo spettatore. Siamo a Verona Drive, a Londra, attaccate l’una all’altra ci sono le case dei Montecchi e dei Capuleti, ma i rapporti tra i due vicini non sono dei migliori. Come si suol dire, quando il gatto non c’è, i topi ballano e non appena i proprietari escono di casa, nel giardino tutte le statuette si animano e riprendono le loro faide in miniatura. Rossi contro blu, anche i nani da giardino non vanno particolarmente d’accordo, anzi, sono in continuo contrasto. A peggiorare il tutto, c’è il fatto che Giulietta, dei rossi, si innamora di Gnomeo, della fazione blu e, proprio come nella tragedia shakesperiana, sarà molto difficile conciliare l’amore con la diversità e il disprezzo tra famiglie. Ovviamente la storia di “Gnomeo e Giulietta” prevede un finale totalmente diverso da quello della storia originale di Shakespeare, al quale viene concesso anche un cameo nel film. La congrega di gnomi non viene resa protagonista di trovate geniali e particolarmente divertenti, il film dura anche più del dovuto ed annoia in particolare a metà.
A migliorare un po’ la situazione ci pensa Elton John. Avere lui come produttore esecutivo ed addetto alla colonna sonora, è stata senz’altro una garanzia, anche se di tanto in tanto le musiche prendono quasi il sopravvento sulla storia, prendendosi più spazi di quanti ne avrebbero meritati. Tuttavia ascoltare i brani più celebri di Elton John è sempre piacevole, con l’aggiunta delle novità, come “Hello, Hello“, il chiacchierato duetto con Lady Gaga. A peggiorare la situazione, invece, ci pensa il doppiaggio italiano. Se nella versione originale abbiamo le voci di James McAvoy ed Emily Blunt, con tanto di cameo di Ozzy Osbourne, tra i tanti, nella versione italiana il tutto viene distrutto dall’uso dei dialetti. I nani rossi parlano tutti con accenti meridionali, mentre i blu hanno accenti nordici, quasi come se la questione fosse riportata sul piano nazionale, affrontando un problema che è lontano anni luce dal film. Una sorta di faida nord-sud, sì, ma che col cartone e la faida Montecchi-Capuleti ci azzecca poco. Si potrà dire che ci sono pregiudizi nei confronti delle pellicole che non vengono sfornata dalla Disney/Pixar e la Dreamworks, ma la verità è che le battute geniali ed efficaci e le scene dinamiche e divertenti al di fuori delle due major si faticano a trovare. Tra le vocali aperte di Giulietta, uno strampalato fenicottero rosa che parla con accento romano e uno Gnomeo accompagnato dall’inseparabile funghetto (che svolge pressappoco la funzione di un cane), “Gnomeo e Giulietta” è stato pubblicizzato talmente bene da incuriosire il pubblico, ma dopo la visione del film non si può che restare delusi dal risultato finale. Ottima colonna sonora, ottima qualità grafica, ma contenuti scarsi e di basso intrattenimento, lenti e affaticati.