“Ora dovrei avere paura di te, piccirì? Resterai sempre una povera orfanella, bisognosa di qualcuno che comanda. Prima Don Pietro, poi Scianel, e ora Gennarino Savastano. Ma ricordati queste parole: per me sei stata più di una sorella, mentre per un uomo sarai sempre e solamente una povera femmina, buona per farsi una chia***a, e basta. Non lo dimenticare”
Sono le ultime parole che la iena Scianèl pronuncia prima di soccombere, tradita dalla stessa persona destinataria di quelle frasi. Patrizia impugna la pistola e getta la maschera: dopo aver fatto credere a Scianèl di stare dalla parte sua, le getta in faccia tutto il suo disprezzo a causa dei rancori mai sopiti per Marinella, rivelandole inoltre di aver consigliato a Don Pietro di ammazzare il suo figlioletto Lelluccio.
Gli occhi del felino dalle sembianze umane inquadrano per un’ultima volta il volto di chi l’ha tradita. Poi due colpi di pistola glieli fanno chiudere per sempre.
E’ la fine della terza stagione di Gomorra: un episodio cruento e dalle tinte rosso sangue, che si apre e si chiude con due addii shock.
Per sempre
Mentre Patrizia si prende la sua rivincita sulla vecchia boss, Genny subodora la vittoria e la conquista di Napoli. Ciro però lo invita alla calma e a non commettere errori, pur comprendendo la sua bramosìa di ottenere qualcosa di così importante: uno di Secondigliano che arriva a guidare tutta Napoli. E quando mai s’è visto. Anche Azzurra però non è d’accordo. Vuole pace, lei. Vuole tranquillità e non è disposta a seguire il marito in un’altra lotta all’ultimo sangue.
C’è aria di guerra fredda, intanto e bisogna gestire il carico di vittoria delle potenze vincitrici e spartirsi la Berlino dello spaccio. Sangue Blu ha pagato a caro prezzo la vittoria e si aspetta di avere una parte cospicua delle zone da controllare. Anche stavolta Ciro deve fare il diavolo a quattro per calmare le acque, anche se Enzo sembra avere finito la pazienza.
Diciamoci la verità, Sangue Blu e Genny Savastano non sono mai andati d’accordo e la loro alleanza è sempre stata in funzione di una vittoria contro un nemico comune, e ora che la tempesta è finita i due squali sono pronti a darsi battaglia per un posto di privilegio nel grande mare partenopeo.
Ma prima, la festa. Ciro Di Marzio porta i suoi saluti a Deborah e Maria Rita sulle loro tombe raggiunge i due boss su uno yacht. Mentre il party ha inizio, i fratelli Capaccio vanno a casa di O’ Stregone e lo uccidono sfondandogli la testa sul tavolo.
Durante i festeggiamenti, Sangue Blu finalmente parla faccia a faccia con Genny e gli vomita addosso tutto il suo odio. Volano scintille, ma stavolta Ciro, anziché spegnere la miccia la ravviva e la getta su di sé. Ha ormai compiuto la sua evoluzione e sente di non avere più niente da dire in questa vita. La sua missione è conclusa e per salvare il suo amico Genny, minacciato apertamente di morte da Sangue Blu, si addossa la colpa della morte di Carmela, sorella di Enzo.
“Siete tali e quali, pensate che i sentimenti siano più importanti dell’interesse. Ma chi è cresciuto solo come me lo sa bene: davanti agli interessi, i sentimenti non contano proprio un caz**. Com’è bella Napoli vista da qua, non è vero? L’ho sempre sognata, tutta per me. Solo io me la meritavo, per tutto quello che ho perso. E avrei fatto qualsiasi cosa per prendermela. Carmela l’ho uccisa io. Tu volevi fermarti, ma io avevo bisogno che tu continuassi a correre”
Ciro vorrebbe che fosse lo stesso Sangue Blu ad ammazzarlo, ma questo consegna la pistola a Genny. Che sia lui, il suo fratello d’affari, il suo compare, a porre fine alla vita di Ciro Di Marzio. Il giovane Savastano è in balìa degli eventi, consapevole del sacrificio che il suo amico Ciro sta compiendo addossandosi colpe non sue.
I due si stringono in un ultimo abbraccio e infine la pistola spara consegnando per sempre alle profondità del mare il corpo morto di un’immortale.