Da un’ottima idea di Roberto Saviano, scrittore dello sconvolgente libro-denuncia “Gomorra“, dopo la prima omonima trasposizione cinematografica curata dal regista Matteo Garrone, nasce una serie Tv incredibilmente realistica e già richiesta in tutto il mondo.
Più di quaranta Paesi, fra cui Stati Uniti, Germania, Francia e Regno Unito, trasmetteranno “Gomorra – La serie“, prodotta da Sky (con Cattleya e Fandango), e in onda in Italia sul canale Sky Atlantic dallo scorso 6 Maggio.
Con un cast quasi inedito, ma eccellente, la serie racconta in 12 episodi la guerra tra due clan rivali (i Savastano e i Conte) per il dominio del territorio campano. Ambientato a Napoli e dintorni, la regia è affidata a Stefano Sollima, che già aveva curato quella della serie “Romanzo Criminale“, oltre a Francesca Comencini e Claudio Cupellini. Il suo incredibile realismo coinvolge molto gli spettatori, trasportandoli in una dimensione cruda e spietata, paradossale e violenta, e costringendoli ad una lotta interiore tra disgusto e morbosità. Non va dimenticato che il realismo riportato in questa serie non è solo cinematografico. Lo stile e i comportamenti della camorra sono quelli descritti negli episodi, così come alcune stragi sono realmente accadute.
Dopo questa dovuta introduzione, cui faranno seguito ulteriori approfondimenti e curiosità, procediamo con il riassunto della 1a puntata di “Gomorra – La Serie“:
Nella casa del boss Salvatore Conte un incendio divampa mentre è a cena con la madre. Ad appiccarlo sono stati Ciro e Attilio, due scagnozzi della famiglia Savastano, rivale nella conquista del dominio della città.
A capo della suddetta famiglia c’è Don Pietro (Fortunato Cerlino), boss spietato e glaciale – “in carica” da oltre vent’anni -, insieme a sua moglie Imma (Maria Pia Calzone) e a suo figlio Genny (Salvatore Esposito), il quale scalpita per dimostrare al padre di essere pronto per la malavita (ma è evidentemente incapace).
“Ma se tu non mi dai mai la possibilità, io come faccio?”
“Gennaro, tu sei mio figlio. Non hai bisogno di possibilità”
L’incendio dà inizio ad una serie di vendette efferate e pericolose, in una delle quali perde la vita Attilio, che per il giovane Ciro (Marco D’Amore) era come un padre. Il ragazzo, detto “l’Immortale“, nonostante sia una delle persone più fidate di Don Pietro, è segretamente in contrasto con alcune sue scelte. Tra degrado, omicidi e malavita, le due famiglie si riorganizzano per combattersi l’un l’altra.