Giunti all’ultimo atto di “Gomorra – La serie“, l’unico e più appropriato aggettivo che troviamo per descriverne l’intera stagione è: sconvolgente.
Nel bene e nel male (tanto), questa prima stagione si è conclusa lasciando sotto shock gli spettatori. Le puntate sono state un crescendo di emozioni e di tensione: fra colpi di scena e colpi di pistola, i tre registi Stefano Sollima, Claudio Cupellini e Francesca Comencini hanno raccontato una realtà scomoda, trasformando un ‘romanzo criminale‘ in un docu-fiction che lascerà il segno sia dal punto di vista cinematografico (recitazione, sceneggiatura e fotografia eccellenti) sia sociale.
Non dite che “Gomorra – La serie” è una fiction, non dite che scatena un pericoloso spirito di emulazione. Coloro che hanno guardato tutte le puntate l’hanno capito a loro spese: trascinati nel fango della camorra ne sono usciti sporchi e nudi, con un senso di vergogna per aver provato per qualche momento empatia con altrettanti luridi personaggi. L’atroce realismo e l’accuratezza dei dettagli hanno reso “Gomorra – La serie” uno dei migliori prodotti italiani degli ultimi anni. Come cantava De André: “Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior…“, i racconti dell’orrore si trasformano in un capolavoro di verità, capace di toccare coscienza e cuore allo stesso tempo.
Immergiamoci, dunque, per l’ultima volta, nel tetro e ingiusto mondo della camorra nel riassunto del 12esimo episodio:
La notizia della morte di Donna Imma (Maria Pia Calzone) giunge alle orecchie vuote di Don Pietro Savastano (Fortunato Cerlino), trasformatosi in un fantasma incosciente dopo mesi di carcere duro. Il vecchio boss non reagisce più agli stimoli esterni e non lascia trasparire neanche l’ombra di un sentimento per la scomparsa della moglie.
Imma Savastano, però, prima di morire ha lasciato un ‘regalo’ al figlio Genny (Salvatore Esposito), che il ragazzo trova per caso rovistando nella borsa della madre: è un’ultima copia del file che rivela il doppio gioco dell’amico d’infanzia Ciro Di Marzio (Marco D’Amore). Proprio nella speranza di distruggere queste prove Ciro aveva fatto uccidere la donna, ma adesso gli sforzi risultano vani.
Per la prima volta Genny vede Ciro non più come un amico, bensì come uno sporco traditore. Al funerale di sua madre presenziano tutti gli ‘anziani’ del clan, ma all’appello mancano i nuovi scagnozzi. Ciro avverte l’aria irrespirabile di un’imboscata. Ormai è chiaro: Gennaro ha scoperto il suo tradimento e vuole uccidere tutti, lui in primis. Ciro si allontana con la famiglia e torna a casa preparando in fretta e furia le valigie. Deve fuggire subito, prima che gli scagnozzi lo facciano fuori. Per un soffio riesce a farla franca, ma a questo punto i ‘uaglioncelli’ gli danno la caccia. Sulla sua testa c’è una taglia di 150.000 Euro.
Intanto gli altri anziani cadono sotto i colpi della nuova generazione Savastano: Baroncino, L’Africano; solo Malammore (Fabio De Caro) si salva grazie ad uno spiccato istinto di sopravvivenza. E’ un ripulisti generale per rinnovare il volto del clan. Salvatore Conte (Marco Palvetti) intanto se ne sta in disparte e osserva l’evolversi della situazione. Se gioca bene le sue carte può approfittare delle lotte interne della famiglia rivale.
Alla porta del boss ‘spagnolo’ bussa Ciro Di Marzio, alla disperata ricerca di un aiuto per uccidere Gennaro e avere salva la testa. Tuttavia, il rischio che corre è che sia lo stesso Conte a volere la sua testa per consegnarla al rivale e calmare le acque. Mentre il boss è in procinto di decapitarlo, Ciro tenta di convincerlo che il suo piano funzionerà.
Nel frattempo in città si è sparsa la voce della ricca ricompensa che spetterà a chiunque darà informazioni su Di Marzio e la sua famiglia. Così un genitore si presenta dai Savastano: sua figlia parteciperà alla recita scolastica insieme alla bambina di Ciro ed è quindi probabile che anche lui sarà lì.
E’ la notizia che Genny e i suoi aspettavano. Armati fino ai denti, gli scagnozzi si preparano all’ultima battaglia: mentre loro aspetteranno fuori, Genny farà irruzione
durante la recita e ammazzerà Ciro Di Marzio. Ma “l’Immortale” ha un angelo custode che si chiama Salvatore Conte, il quale durante il tragitto fa ammazzare tutti i ‘uaglioni” di Savastano. Sembra tutto finito, ma alla conta dei morti manca il boss Gennaro Savastano che per vie traverse sta raggiungendo Ciro. E’ uno scontro all’ultimo proiettile, fra grida di innocenti bambini e genitori che fuggono nel caos generale. Ciro contro Genny: i due vecchi amici si sparano contro senza alcuna remore e alla fine è il giovane boss a cadere a terra esanime.
L’Immortale ha vinto la guerra. Ora c’è solo un ultimo semplice ostacolo da superare: uccidere il vecchio boss Don Pietro Savastano, in procinto di essere trasferito in un altro carcere.
Epilogo:
Il blindato della Polizia viene bloccato con la forza e tutti gli uomini vengono uccisi a colpi di mitraglia. Al suo interno c’è un Don Pietro incapace di comprendere cosa stia accadendo: con lo sguardo fisso nel vuoto attende che quegli uomini in passamontagna cessino di far fuoco. D’un tratto uno dei criminali gli si avvicina e lo fa alzare. Ma non è affatto la fine di Savastano. Il suo volto cambia improvvisamente e torna quello freddo e spietato di sempre. Ha finto per tutto questo tempo e finalmente è libero di abbracciare Malammore, l’uomo che con uno spietato blitz lo sta liberando. E’ un nuovo inizio per Don Pietro Savastano, che sfreccia via con la macchina verso l’orizzonte. Deve riconquistare l’impero perduto, e forse al suo fianco ci sarà anche suo figlio Genny, la cui mano – si vede nell’ultima scena – ancora si muove.
Riassunto degli episodi precedenti:
- Episodio 1 – Il clan dei Savastano
- Episodio 2 – Ti fidi di me?
- Episodio 3 – L’omm ‘e casa
- Episodio 4 – Sangue africano
- Episodio 5 – Il ruggito della leonessa
- Episodio 6 – Roulette spagnola
- Episodio 7 – Imma contro tutti
- Episodio 8 – La scheda bianca
- Episodio 9 – Gelsomina Verde
- Episodio 10 – Ora facciamo i Conte
- Episodio 11 – 100 modi per uccidere