Potere alla donne, anzi, solo a una: a Imma Savastano. Settimo episodio dell’appassionante “Gomorra – La serie“, ogni settimana sempre più avvincente e sorprendente, come mai ci saremmo aspettati.
La moglie di Don Pietro Savastano (Fortunato Cerlino) ha ereditato praticamente tutto il potere del clan e dopo essersi liberata del figlio Genny spedendolo in Honduras, si appresta a far ripartire gli affari della famiglia.
Imma è una donna che pensa in grande e si dimostra più forte e decisa del marito. Prende decisioni importanti, offre “protezione e giustizia” ai cittadini, capisce chi sono i potenziali traditori.
Per questo la donna si appresta subito a mettere in disparte il fidato Ciro, relegandolo a svolgere un lavoro poco gratificante come gestire lo spaccio di cocaina di una zona di periferia. Imma ha capito che Ciro ha cercato di approfittare dell’arresto del boss per salire al potere, tentando anche di circuire Genny.
Dimostrando di avere fiuto per gli affari, Donna Imma (Maria Pia Calzone) riesce a far andare a gonfie vele l’economia della famiglia abbassando anche i prezzi della “roba” e sbaragliando la concorrenza. Ma adesso non ha più notizie del figlio Genny (Salvatore Esposito) che dall’Honduras ha fatto sì che partisse il carico di droga. L’ultima volta che l’aveva sentito, lui le aveva chiesto di inviargli altri soldi per pagare i trafficanti sudamericani, ma lei non gli aveva dato ascolto.
Adesso, però, arriva una notizia agghiacciante dall’avvocato. In Honduras hanno trovato il corpo di un uomo fatto completamente a pezzi, che unito al silenzio di Genny mette a Imma una celata apprensione.
Nel frattempo viene mostrata l’organizzazione capillare del traffico di droga: in una piazzetta controllata da varie sentinelle e dagli stessi cittadini, un nervoso Ciro e i suoi uomini tengono vivo e proficuo lo spaccio. Ma l’introduzione di prezzi stracciati, che fa detenere alla famiglia Savastano il monopolio del mercato, non piace affatto agli altri clan, che iniziano una serie di sanguinosi attentati. In uno di questi, Ciro (Marco D’amore) rischia seriamente di perdere la vita e, convinto di essere un bersaglio preciso, reclama immediata vendetta a Donna Imma. Ma la donna non vuole sottostare a ciò che dice il ragazzo e fra i due nasce un litigio destinato a placarsi subito: d’altronde è Imma il capo, ora. E Ciro deve stare al suo posto.
Con sconcertante convinzione e fredda razionalità, la donna non si fa sopraffare dall’orgoglio ed ha intenzione di risolvere la questione parlando con gli altri capiclan. Un apparente suicidio morale si trasforma in un plateale successo, costringendo ad ammettere i suoi avversari che suo figlio, Genny Savastano, ha fatto un ottimo lavoro:
“Se volete noi ve la possiamo vendere (la ‘merce’ ndr) a un prezzo vantaggioso per tutti, ma il lavoro sporco l’abbiamo fatto noi e quindi le regole le dettiamo noi, punto e basta. Ora, se volete, potete decidere pure di farci la guerra.
Io lo so cosa state pensando. Voi dividete il mondo in due categorie: quelli che non uccidono e quelli che uccidono. E pensate che siccome sono una femmina appartengo alla prima categoria. Vi sbagliate”
E’ una vittoria totale. Donna Imma è adesso a tutti gli effetti la nuova boss da temere. Ma forse non tutti sono d’accordo e lei ancora non lo sa. Nella notte qualcuno fa irruzione in casa sua. Si sente uno sparo, il suo cane guaisce, poi silenzio. Imma si alza nel cuore della notte e si trova faccia a faccia con chi le ha appena ucciso il cane.
L’uomo ha una ferita al braccio, la testa apparentemente rasata e un’incredibile rabbia repressa. Ed è lì, di fronte a sua madre, pronto ad ammazzarla. Genny è tornato.