Quanti di voi già dalle prime ore del mattino sono a “navigare” su Internet per lavoro, studio, divertimento? E quanti di voi sono già inciampati nel più potente motore di ricerca in rete: Google? Ebbene, tutti avrete notato che oggi la “o” di “Google” è occupata da una macchina da presa e che, proprio accanto, c’è un simpatico vecchietto con occhiali e cappellino. Immagino vi starete chiedendo chi è? Si tratta del grande cineasta giapponese Akira Kurosawa, nato cento anni fa (il 23 marzo del 1910) e che Google intende omaggiare per ricordare simpaticamente il suo cinema e la sua genialità. Un bel gesto quello di Google, soprattutto considerando che Kurosawa è spesso “dimenticato” persino dalle istituzioni cinematografiche, che difficilmente consacrano al maestro giapponese delle retrospettive o degli studi critici dedicati. Akira Kurosawa è tra i registi asiatici il più occidentale: se i suoi film parlano spesso di samurai e di Medioevo nipponico, hanno saputo integrare anche le suggestioni della migliore letteratura europea (Dostoevskij, Shakespeare); e, soprattutto sono stati capaci di parlare un linguaggio universale (sia utilizzando i canoni di ripresa classici, sia spaziando con disinvoltura tra i generi, sia trattando dei contenuti direttamente riconducibili all’uomo e alla sua natura). Se in Italia ancora conosciamo poco Akira Kurosawa e lo cataloghiamo come “regista di samurai”, ci pensa Google a ricordare anche ai non addetti ai lavori l’importanza del cineasta giapponese, che è stato premiato con tre Oscar (nel 1952 per “Rashomon”, nel 1976 per “Dersu Uzala” e nel 1990 con lo speciale alla carriera) e si è dimostrato capace di influenzare, più o meno sottilmente, anche il nostro cinema italiano (emblematica la copiatura de “La sfida del samurai” da parte di Sergio Leone in “Per un pugno di dollari”).