Se è vero che al peggio non c’è mai fine, il Grande Fratello ne è la prova concreta. Dopo 12 anni di reality, la Endemol riesce ancora a recuperare fenomeni da baraccone che non fanno rimpiangere quelli dell’anno precedente, o forse sì. Si prospetta una lunga, lunghissima edizione, ricca di personaggi che si faranno pochi scrupoli a fare spettacolo. Ne abbiamo avuto un’ampia dimostrazione proprio ieri, tra tacchi vertiginosi e camicie sbottonate per mostrare i pettorali, i nuovi gieffini erano tutti in ghingheri in attesa del grande ingresso. E a poco servono gli sketch e gli scherzetti che la produzione ha voluto ricreare, perché la credibilità è stata pari a zero e la mancanza di originalità ha raggiunto l’apoteosi. Ingressi preceduti da grandi prove di sopravvivenza da superare, come sparare a zero sulla tua probabile inquilina, esperimenti psicologici che vanno avanti da anni, i gieffini trattati come topolini in gabbia e pronti a versare lacrime ancor prima di varcare la soglia della casa di Cinecittà. Donne che mettono in piazza il lato B, casomai ci fossero dubbi, donne che mettono in piazza il loro seno con la scusa del ballo burlesque, donne che leggono tanti libri e quindi sono più intelligenti di altre ma non sanno parlare, donne che hanno vinto Miss Lesbica 2010, uomini che Checco Zalone e Cassano sono niente in confronto, uomini pompati, principi indiani che in realtà sono contadini bergamaschi, nobiltà fiorentina decaduta e poi il guru della casa che ieri ha conquistato tutti con la sua frase cult: seguite il suo esempio e siate salmoni di voi stessi. Questo è un brevissimo riassunto di quel che è stato presentato ieri sera, con Alfonso Signorini pronto a sparare a zero su tutti, come al solito, e Alessia Marcuzzi in ottima forma post-partum anche se con poca voce per richiamare all’attenzione i nuovi ragazzi. Il concorrente più giovane ha 20 anni e se tiene la bocca chiusa è bello come un dio, il più grande ne ha 34, c’è spazio anche per un’intellettuale, studente di medicina, viaggiatrice e quoziente intellettivo 160 che viene da chiedersi “che ci fa lì una così?”. Le opzioni sono due: un quoziente intellettivo molto alto non è sinonimo di maturità e buon senso, oppure la più furba d’Italia è proprio lei, Valeria.