Come già accennato nei precedenti articoli, la serie “Hannibal” è vittima di un pericoloso saliscendi qualitativo che fino a pochi giorni addietro metteva in dubbio il rinnovo ad una nuova stagione per il serial della NBC. Secondo le ultime notizie invece, la serie in questione non solo è stata rinnovata per un secondo anno, ma godrà di una più accurata stesura a livello di sceneggiatura, la cui mancanza di rifiniture ha finito per causare il suddetto effetto montagne russe. Il sesto episodio, intitolato “Entrée” riporta lo spettatore in uno stato di tensione ben misurata e assai gradita dopo la non esaltante prova delle precedenti due puntate, essenzialmente ognuna troppo monocorde e dilatate. In questa puntata è Lawrence Fishburne (nel ruolo di Jack Crawford) a farla da padrone, con una interpretazione sopra la sua stessa media. Quasi avesse contagiato gli altri interpreti, anche loro rendono meglio del solito e non è poco se si parla di Hugh Dancy, spesso e volentieri più impegnato a non sembrare fuori posto che a recitare.
Bizzarro episodio, nel quale moltissimi avranno riconosciuto citazioni dirette da “Il silenzio degli innocenti” (l’infermiera uccisa, l’ospedale psichiatrico, il dottor Chilton), che rientra nell’opera di riproposizione e mixaggio delle vicende e dei personaggi creati da Harris e per decenni portati sul grande schermo da pellicole dalle alterne fortune. Come già successo in altre puntate, qua e la sono stati distribuiti accenni a quell’arco narrativo ormai entrato a far parte dell’immaginario collettivo e forse per questo, così difficile da gestire nei tempi televisivi. Il dottor Lecter (un sempre impeccabile Mads Mikkelsen) muove le fila di un inganno terribile, che dovrebbe permettergli di farla franca e continuare a procacciarsi liberamente gli ingredienti per la sua particolare dieta, notoriamente tutt’altro che vegetariana.
Nonostante ciò però, è Jack Crawford il vero protagonista della storia, che abilmente funge da falso specchio per permettere al pubblico di conoscere meglio il personaggio interpretato da Lawrence Fishburne. Molto più tormentato e fragile infatti, di come lo si era visto fino ad ora, Jack non si da pace per essersi reso responsabile della morte di una giovane agente dell’FBI che aveva (prematuramente?) mandato sul campo e che aveva finito per avvicinarsi troppo alla verità, costringendo il dottor Lecter a toglierla di mezzo. Sono certo che anche questa sequenza di eventi vi ricorderà qualcosa. Il buon Jack diventa via via più sconcertato e addolorato, regalando alcuni momenti davvero intensi (vedi scena del cellulare, per esempio).
Con la sesta puntata, “Hannibal” arriva alla metà della prima stagione con i guai e le difficoltà già espressi, ma con la buona notizia che il pubblico e la critica siano riusciti a convincere il network a rinnovare la serie almeno per un secondo anno. Fiduciosi che Brian Fuller sia capace di imparare dai propri errori, siamo certi di poterci aspettare molto di meglio da una seconda stagione che, almeno per una parte dell’audience, è già molto attesa.
Jack: Tell me how you see The Ripper Will.
Will: I see him as one of those pitiful things sometimes born in hospitals. They feed it, keep it warm, but they don’t put it on machines. They let it die. But he doesn’t die. He looks normal. Nobody can tell what he is.
Voto:
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