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Hysteria: la recensione

L’isteria è una delle psiconevrosi più conosciute ed analizzate. Il termine deriva dal greco ( ὑστέρα, ovvero utero) e proprio in terra ellenica si ipotizzò che i sintomi degli attacchi nevrotici fossero dovuti, nelle donne, a uno spostamento dell’utero. Se ne occupò anche il sempre presente Sigmund Freud che, ovviamente attraverso la psicoanalisi, cercò una terapia adatta. Oggi gli stati isterici sono comunemente accompagnati alla depressione ma di strada la medicina ne ha dovuta fare tra paradigmi più o meno corretti e terapie che oggi appaiono assolutamente dissennate.  Nella Londra dell’epoca vittoriana si disse che di Isteria soffrisse la metà delle donne della capitale, costrette a costanti interventi medici che potessero allietare la loro condizione. Hysteria, film di Tanya Wexler, racconta di quel periodo inglese e di una delle invenzioni più controverse della storia: il vibratore, ovvero, il gadget sexy più venduto nel mondo.

Hysteria

Sinossi

Il film è ambientato negli anni Ottanta dell’Ottocento, ai tempi della pruderie vittoriana ma anche agli albori dell’era dell’elettricità. A Londra Mortimer Granville (Hugh Dancy), brillante giovane medico dedito alla sua professione ha appena perso il posto nell’ospedale in cui lavora per la fiducia incrollabile in una teoria all’epoca rivoluzionaria “la teoria patogenetica” ed è in cerca di un nuovo lavoro. Lo trova con il dott. Robert Dalrymple (Jonathan Pryce) il maggiore specialista londinese di medicina femminile. Esperto di isteria Dalrymple si trova a fronteggiare una vera  e propria epidemia di questo male ed è letteralmente assediato da una quantità allarmante di pazienti con i sintomi più disparati: pianto, ninfomania, frigidità, melanconia, ansia. La cura escogitata da Dalrymple, consistente in un “massaggio manuale” si rivela straordinariamente efficace. Il giovane Mortimer ben presto ha una fila di donne in coda davanti allo studio e si ritrova fidanzato con la figlia minore del capo, la bella Emily Dalrymple (Felicity Jones). Questi successi hanno un prezzo e Mortimer si trova a fare i conti con la disapprovazione della figlia di Dalrymple, Charlotte (Maggie Gyllenhaal), paladina dei diritti delle donne.

Hysteria

Giudizio sul film

Una commedia rosa dal sapore british, “Hysteria” ci racconta un tema forte con una astuta sensibilità di fondo strappando a più riprese l’applauso del pubblico. Nonostante risulti decisamente prevedibile e con un finale scontato, l’opera della Wexler permetterà di aprire nuovi dibattiti e, immaginiamo, accese discussioni. Trasportare “cinematograficamente” la storia del vibratore è già impresa ardua, soprattutto per il rischio censura dietro l’angolo, ma, la vera “mission” della regista è  presentare una società distante da noi poco più di un secolo eppure, allo stesso tempo, lontana anni luce. Siamo nella Londra vittoriana, le donne non hanno il diritto al voto (e dovranno lottare ancora molti anni) e l’impressione, tangibile, è che il parere femminile valga poco, soprattutto in campo medico. La questione andrebbe estesa – basti pensare al trattamento proposto da Pierre Briquet, il titillation du clitoris – ma la pellicola  svela con freschezza gli abusi psicologici e fisici cui era costretto il gentil sesso, in Europa e nel Mondo.

Hysteria

Appare chiara l’intenzione della regista di mostrare due donne agli antipodi, due sorelle, oltretutto: la prima, Emily appare come una ragazza “ordinaria”, studiosa, appassionata di musica, sbriga le faccende domestiche e dimostra amore verso la famiglia. Mai sopra le righe, mai polemica; la seconda, Charlotte ha le stigmate della guerriera, si occupa dei più bisognosi, è una suffragetta, e ha il coraggio di sostenere le proprie teorie in base all’isteria, accusando il padre colpevole di essere un ciarlatano che si approfitta dell’ignoranza femminile. La prima è molto curata nel suo aspetto, la seconda sembra non avere tempo per trucco e vestiti. In mezzo, due modi di essere donna, due spazi diversi della Londra vittoriana divisa tra strade sporche e giardini fioriti. Beato tra le donne Mortimer, giovane medico, avvenente, ambizioso, ma allo stesso tempo fiero del giuramento fatto. Uno che nella medicina ci crede, eccome. E lo si intuisce quando, all’inizio del film, elenca il suo curriculum vitae al padre delle ragazze, quel dottor Dalrymple che nel suo lussuoso studio “cura” pazienti più o meno giovani provocando loro il piacere “manualmente”. Un lavoraccio, con la vecchiaia che incombe e i sempre più frequenti crampi alla mano. Uno dei momenti più esilaranti del film, che non scade mai nel volgare, è rappresentato dall’incontro tra il giovane medico e il rispettato Dalrymple con quest’ultimo che svela i “trucchi del mestiere” in un evidente passaggio di consegne.

Commenti finali

La “fantasiosa” ricostruzione dell’invenzione del vibratore funziona anche grazie ai personaggi secondari tra cui spicca uno straripante Rupert Everett nei panni di Edmund, un inventore progressista ossessionato dalla nuova scienza dell’elettricità. Hysteria si presenta come una brillante commedia dal tema delicato in cui si respira il vento del cambiamento. Ma non consideriamolo un biopic.

Consigliato

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