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I segreti della mente: la recensione

Hideo Nakata ritenta la conquista del cinema occidentale, ma ancora una volta con scarsi risultati. Il regista di “Ringu” e “The Ring 2” è tornato in sala con “Chatroom“, in Italia arrivato con il titolo de “I segreti della mente”, una storia inquietante che prende spunto dai terribili avvenimenti che hanno sconvolto il Giappone: i suicidi online. Se ne è parlato molto, ma nessuno ha mai affrontato direttamente l’argomento, anche perché c’è da considerare che il mondo virtuale non si presta facilmente alla trasposizione cinematografica. L’idea di Nakata inizialmente appare originale, soprattutto per il modo in cui il regista decide di rappresentare l’infido mondo del web e, appunto, le chatroom, nella pellicola descritte come delle vere e proprie stanze, situate lungo un corridoio quasi sempre affollato. Ogni stanza ha una sua caratteristica ben precisa, a seconda di chi la frequenta, proprio come avviene sul web. Ma, esclusa l’originalità del pensiero di base, il film non risulta così convincente come si potrebbe pensare a primo impatto.

I segreti della mente
Il protagonista principale di questa storia è William (Aaron Johnson), adolescente disturbato e affascinato dal suicidio, con un passato da autolesionista e un futuro da manipolatore, che vive nel peggiore dei modi il suo rapporto con la madre, una celebre scrittrice. Il ragazzo decide di proiettare la sua personalità nella rete, creando una stanza, Chelsea Teens, che attira altre quattro “prede”, altri adolescenti afflitti da svariati problemi, soprattutto familiari, che non riescono a resistere al fascino inquietante di William, che si improvvisa un saggio dispensatore di consigli. Emily (Hannah Murray) è una delle ragazze più problematiche, non riesce ad accettare il divorzio imminente dei genitori e cerca un modo per attirare la loro attenzione e farli riavvicinare. Seguendo i consigli di William, deciderà di provocare dei piccoli incidenti in casa, per far sì che la famiglia torni unita. Eva (Imogen Poots) è la classica bella ragazza troppo presa da se stessa. Una volta subentrata la chatroom, si rende conto che tutte le sue amicizie sono finte e decide di metterle da parte, trascorrendo il suo tempo davanti a un monitor, finendo per innamorarsi del magnetico William. Mo (Daniel Kuluuya) ha diciassette anni ma si è innamorato della sorella del suo amico, che ne ha undici, e per questo motivo ha il timore di essere un pedofilo, l’amico William non fa nulla per rassicurarlo, anzi, fomenta ancor di più le sue paure. Ma il personaggio che maggiormente attrae William è il problematico Jim (Matthew Beard), timido e spaventato, la sua fragilità si nota fin dal fisico gracile e dai movimenti goffi. Il ragazzo soffre per l’assenza del padre, che lo ha abbandonato un giorno allo zoo. William si identifica in Jim e lo sceglie come preda prediletta, cercando di fare qualunque cosa per manipolarlo e portarlo al suicidio. Oltre ad un tasso elevatissimo di suicidi, in Giappone, negli ultimi anni ha preso il via la moda dei suicidi online, gli stessi che attirano in modo inquietante William, il protagonista di questa storia, che deciderà di proiettare i suoi problemi irrisolti e i suoi desideri malsani sulla figura di Jim, il più debole del gruppo che, proprio per la sua infinita fragilità, si abbandonerà nelle mani del carnefice. Come già detto, l’idea di Hideo Nakata non appare per nulla scontata, se non fosse che poi su pellicola perde davvero di tanto. Il mondo della chat risulta descritto in maniera originale ma è la sceneggiatura che procede lentamente e a un certo punto perde il filone da cui ha avuto inizio, andando in dissolvenza, tanto che lo spettatore si trova disorientato, non c’è più un perché. Si aggiunge, a questo, uno scarso livello di recitazione da parte dei giovani attori. L’unico a mantenere la qualità più alta è Aaron Johnson che, come detto più volte, è senza alcun dubbio uno dei nuovi talenti del cinema. Ma per il resto, “I segreti della mente” non riesce nell’intento, toccando tuttavia una tematica assai delicata e che necessita di trovare sbocchi anche in ambito cinematografico, per non rimanere un argomento del tutto ignorato. Voto: [starreview tpl=16]

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