I pareri sul nuovo “I tre moschettieri” saranno sicuramente molto discordanti perché quando ci sono in ballo i grandi classici, risulta un’impresa quasi impossibile non deludere il pubblico. Gli amanti di “Resident Evil” sicuramente hanno nutrito molte aspettative nei confronti di Paul W. S. Anderson, ma quest’ultimo ha ben pensato di puntare al “casinaro” piuttosto che alla qualità e sebbene alcuni aspetti del film sono ottimi, gli altri sono assolutamente decadenti. Partiamo dal presupposto che Paul W. S. Anderson ha particolarmente gradito la saga dei “Pirati dei Caraibi” e con tutta probabilità anche lo “Sherlock Holmes” di Guy Ritchie, che presto tornerà con un secondo episodio. Il primo esempio, è quello di un franchise di successo che, arrivato al quarto episodio, ha iniziato a fare sbuffare il pubblico e pare che Anderson, con pessimo gusto, abbia deciso di compiere la stessa opera: annoiare. Il secondo esempio è quello di una riuscitissima opera steampunk, sagace ed irriverente, che speriamo non ci lasci perplessi al secondo capitolo, un esempio che Anderson ha voluto completamente ingnorare, in sostanza. La storia dei tre moschettieri l’abbiamo letta e vista in tutte le salse ma scordatevi di Dumas, qui non c’è niente di classico. Il regista ha ben pensato di dare un tocco di rocambolesco-cool-fantascientifico al suo film, che vanta un cast stellare, con Milla Jovovich (moglie del regista) in prima fila, seguita da Orlando Bloom e il solito, perfido, Christoph Waltz, reduce dal successo di “Carnage” e premio Oscar per “Bastardi senza gloria”, due ruoli in cui il pubblico l’ha amato per la sua antipatia. Trama: D’Artagnan (Logan Lerman, il “piccoletto” di Percy Jackson) lascia la Guascogna per andare a Parigi ed incontrare i leggendari tre moschettieri. Il suo carattere esuberante ed a tratti ingenuo, tipico del sognatore incallito, non lo aiuterà a sentirsi a suo agio mentre andrà incontro a questa nuova avventura, soprattutto quando dovrà scoprire che i leggendari Athos (Matthew MacFayden), Aramis (Luke Evans) e Porthos (Ray Stevenson), non sono più quelli di un tempo. Intanto Athos deve affrontare il tradimento della sua Milady (Milla Jovovich), che a lui preferisce il duca di Buckingham (Orlando Bloom), con il quale complotta alle spalle del re insieme al cardinale Richelieu (Christoph Waltz). Sarà l’arrivo di D’Artagnan a scuotere gli animi dei tre moschettieri arresi, facendo loro tornare la voglia di rimettersi in pista e combattere per la loro amata Francia. Surreale, confuso e “circense” sembrano tre ottime definizioni per un film come “I tre moschettieri“. La trama è fin troppo contorta e gestita malamente dal punto di vista della sceneggiatura: scene d’azione sì, sparse qua e là con duelli brevi ma intensi, ma poche battute riuscite, tanta ironia di bassa qualità. Quel che si salva dell’intera opera sono i costumi e le ambientazioni (il film è stato girato prevalentemente in Baviera), che risultano delle ottime ricostruzioni, ma in materia di recitazione, pur trovandoci di fronte ai migliori attori in circolazione, non va per niente bene. Sarà che il cast ha preso il film come un gioco (non parliamo, infatti, delle innovazioni tecnologiche presenti nel film), perché pare proprio che lo sia, ma dalle espressioni di Milla Jovovich al look del Waltz-Richelieu, tutto sembra essere davvero poco credibile, non agevolato affatto da un 3D pressoché inutile. Insomma, il restyling dei grandi classici in maniera originale ed in chiave moderna, sembra sempre un punto di vista interessante. Il problema è riuscire a concretizzare delle idee che funzionino con il pubblico: steampunk sì, abbondate pure se volete, fateci ridere anche, ma per puro divertimento e piacere, non soltanto dopo aver realizzato di aver assistito ad un prodotto altamente scadente. Voto: [starreview tpl=16]