Le origini
“The Tomorrow Series – Il domani che verrà”, finalmente anche da noi. La pellicola, girata ed uscita l’anno scorso in Australia, tratta dal libro di John Marsden, sbarca nelle sale nostrane, carica di aspettative e i fan sicuramente non mancheranno all’appuntamento. Parliamo, ovviamente, dei lettori della saga letteraria che ha consacrato l’autore in tutto il mondo: “Tomorrow Series” si compone di sette libri (più tre incentrati su Ellie, una delle protagoniste). Marsden era contrario all’idea di poter vedere il suo lavoro adattato per la settima arte ma è stato convinto dagli argomenti di Stuart Beattie (sceneggiatore della saga dei “Pirati dei Caraibi” e di “30 giorni al buio”), che vedremo per la prima volta nelle vesti di regista.
La trama
Il film inizia con un prologo/epilogo, in cui vediamo Ellie, sfinita e armata che davanti alla telecamera comincia a raccontare la sua storia. Il nastro si riavvolge e ci troviamo catapultati nel bel mezzo dei preparativi per un week-end da sogno, che la ragazza, e sette amici, trascorreranno in un posto chiamato Inferno (in realtà il paesaggio è più da paradiso). Il breve campeggio sarà la giusta occasione per rinsaldare la loro amicizia e per la nascita di nuovi amori. La quiete viene, solo momentaneamente, turbata dal sorvolare sospetto di aerei militari che si dirigono a bassa quota verso la città. Solo al ritorno a casa i ragazzi scopriranno il perché di quei voli: le loro case sono come disabitate, gli animali domestici uccisi, non c’è elettricità e, soprattutto, sono scomparse le loro famiglie. Ben presto si renderanno conto di essere rimasti gli unici cittadini rimasti “liberi”: una oscura e misteriosa forza militare straniera ha preso in ostaggio l’intera popolazione di Wirrawee (città immaginaria creata da Marsden). Giudizio sul film “The Tomorrow Series – Il domani che verrà” strizza gravemente l’occhio al formato televisivo. L’opera messa in piedi da Beattie sembra un comune episodio pilota di una serie tv, di quelle che tanto vanno per la maggiore negli Stati Uniti (alla “The Walking Dead”, per dirne una). Il voler restare fedeli alla trama letteraria può portare a due conseguenze: mancanza di tensione poiché si conosce già il risultato finale oppure esaltazione, che si ottiene quando la pellicola riesce a trasmettere “visivamente” emozioni che le pagine di un libro riescono solo a farci “immaginare”. E quindi partiamo subito con le noti dolenti. “Il domani che verrà” è ambientato in una piccola città immaginaria dell’Australia ma di quei paesaggi poco traspare. Anzi, il film potrebbe benissimo essere ambientato in una qualsiasi cittadina degli Stati Uniti. Di quelle, per intendersi, che hanno reso famosi gli slasher movie. Eppure crediamo che la scelta della location sia di essenziale importanza per fornire un contorno all’altezza della storia. Il film complessivamente scorre via con facilità, ma solo perché siamo ormai abituati a città assediate, presenze misteriose e militari crudeli. Il problema è che in questo caso non abbiamo molte difficoltà a capire il finale, già dai primi minuti del film. E non parliamo del classico finale scontato per chi ha già letto il libro. La prevedibilità della pellicola di Beattie è a tratti disarmante, gli otto protagonisti (più un cane, forse l’unico che riesce a “comunicare” emozioni) che diventano improvvisamente “soldati” sono poco credibili. E qua vengono fuori le lacune di un cast non all’altezza (si salva solo Rachel Hurd-Wood) al punto che durante la visione rischiamo di “perderci” qualche protagonista per strada. Se questo è l’inizio della saga c’è ben poco da essere fiduciosi e considerato che la sceneggiatura è dell’autore del libro, siamo ancora più preoccupati. Dei 100 minuti del film davvero poco ci rimane e se dovessimo dare un giudizio a questo “film pilota”, saremmo costretti a propendere per una solenne bocciatura. [starreview tpl=16]