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Il drago riluttante: il film Disney compie 80 anni, la recensione

Uno dei primi draghi cinematografici (e animati) è stato proprio “Il drago riluttante” (The Reluctant Dragon) della Disney. Il film è in parte live action e in parte animazione, con la parte iniziale in bianco e nero e poi in Technicolor. Faceva il suo debutto nelle sale USA il 20 giugno 1941. Giusto per avere un po’ di contesto: il film usciva in piena Seconda Guerra Mondiale e proprio in quei giorni i tedeschi invadevano l’URSS con l’Operazione Barbarossa.

Cosa succede nel film

Il drago riluttante” è diretto da Alfred L. Werker per la parte live action e da Hamilton Luske per quella d’animazione. Per la maggior parte della sua durata, il film è il racconto del dietro le quinte degli studios Walt Disney di Burbank. Il sogno di ogni fan della casa di produzione e di chiunque ami i cartoni animati: scoprire come vengono creati, dov’è che accade la magia. Il conduttore e comico radiofonico Robert Benchley viene convinto dalla moglie a incontrare Walt Disney e proporgli di trasformare il libro de “Il drago riluttante” in un film. Benchley non vuole esporsi così tanto, pensa che non sia una buona idea ma la moglie lo mette alle strette e lo scarica di fronte agli Studios. A quel punto, Benchley riesce ad ottenere un appuntamento con Walt Disney ma, annoiato dal racconto della guida che lo accompagna, decide di perdersi nelle varie sale e scopre come nasce un film d’animazione. Di fatto, tutta la prima parte del film è un vero e proprio tour che fa sognare lo spettatore, portandolo nelle sale in cui si registrano gli effetti sonori, l’aula di disegno – con tanto di elefante vero – come si sviluppa l’animazione. Passando alla stanza delle telecamere, tutto diventa Technicolor e, tra realtà e finzione, il film scorre con le incursioni di alcuni cortometraggi. Nel corso di questo tour di Benchley, oltre a Walt Disney (che appare per la prima volta in un lungometraggio), compaiono anche alcuni altri membri degli Studios, come Fred Moore e Ward Kimball, tutti nei panni di se stessi.



Da dove arriva la storia

“Il drago riluttante” è il titolo di un’opera di Kenneth Grahame, autore apprezzato da grandi e piccini per i suoi racconti fantastici che hanno ispirato ben due volte casa Disney (l’altro è “Il vento tra i salici”). Il protagonista della storia è, appunto, un drago che non ha alcuna intenzione di rispecchiare ciò che solitamente sono i draghi nell’immaginario collettivo. Ama la musica e la poesia, canta e sorseggia tè senza disturbare nessuno e non sputa nemmeno fuoco. I contadini del villaggio che scoprono la sua esistenza, però, credono che sia una creatura pericolosa così un bambino e Sir Giles, noto uccisore di draghi, decidono di mettere in scena una battaglia che porterà il simpatico drago ad essere, in seguito, amato da tutti gli abitanti del villaggio.

Come andarono le cose

Il drago riluttante” è diverso rispetto ai classici Disney a cui siamo abituati, inclusi anche i più vecchi in assoluto e che omaggia – come, per esempio, con le musiche di “Biancaneve”, che uscì nel 1937, e l’apparizione di Bambi, che uscì invece nel 1942. Oltre a non essere accolto calorosamente al botteghino, non fu esaltato nemmeno troppo dalla critica. Da parte sua, però, Walt Disney riuscì a portare molta più gente nei suoi studios rispetto a quanto potesse (e volesse) fisicamente fare all’epoca. Oggi può sembrare incredibile, ma anche film come “Pinocchio” e “Fantasia”, usciti nell’anno precedente, non avevano ottenuto gli incassi sperati e la Disney rischiava di ritrovarsi in seri guai finanziari. Non se la passava benissimo nemmeno dal punto di vista sindacale, nel mezzo della produzione e distribuzione di questo film, infatti, ci fu anche una serie di scioperi che hanno rischiato di mandare in fumo l’intero progetto. Nemmeno “Il drago riluttante”, però, riuscì a risollevare le sorti degli Studios, che comunque si ripresero – e questo lo sappiamo già.

Si deduce l’intento promozionale (e a tratti sperimentale, per non dire anche un po’ confuso) di Disney ma il tour di Benchley rimane ugualmente una parte piacevole da seguire. Tra sequenze animate e cortometraggi, su tutti è ovviamente proprio il corto su “Il drago recalcitrante” la parte più deliziosa ed è impossibile non amare l’ingenuo draghetto che recita poesie strampalate, e che nel momento in cui allestisce il suo picnic ricorda non poco il Cappellaio Matto. La validità del cortometraggio sta tutta qua: ha resistito nel tempo ed il draghetto è ancora oggi ricordato con affetto, mentre il resto del film è ricordato con un po’ più di fatica. Colpa di una serie di decisioni sbagliate o anche delle polemiche che all’epoca di sicuro non contribuirono ad aiutare, anche se di poco, gli incassi. Guardare l’intero lungometraggio rimane comunque un modo per conoscere la storia degli Studios – sia per quanto riguarda la narrazione del film stesso, sia per tutto quello che è accaduto durante la sua produzione. Per chi fosse troppo pigro e si aspetta un film lento e troppo “vecchio” per essere guardato nel 2021 (e non è così), rimane il corto. Anche a 80 anni di distanza, “Il drago riluttante” rimane un personaggio delizioso e un esempio di animazione semplice ma ben riuscita. Ogni disneyano e ogni amante dell’animazione non possono non averlo nella propria collezione.


IL NOSTRO PARERE IN BREVE

Film promozionale, corto delizioso - Uno spaccato di vita dai Walt Disney Studios, accompagnati da incursioni animate e il simpatico drago che dà il titolo al film.

PANORAMICA RECENSIONE

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