Continua il processo a Conrad Murray per la morte del Re del Pop, il caso sarà in tribunale il prossimo 14 Giugno sotto la super visione del giudice designato Michael Pastor, famoso per essere eccessivamente cavilloso e meticoloso. A quanto pare qui il dottore Conrad Murray, medico personale di Michael Jackson, ha intezione di sbandierare la sua innocenza, dichiarando semplicemente di non esser stato lui, nè a dare nè ad iniettare la dose letate di Propofol.
Secondo quanto dichiarato da Murray la dose iniettata da lui stesso è stata soltanto una e da 25 milligrammi, inoltre il medico avrebbe dichiarato di essere rimasto con lui per circa un’ora dopo avergli iniettato il farmaco e di aver fatto varie telefonate; in seguito Jacko anzatosi dal letto, infastidito dal fatto che non riuscisse a prendere sonno, da solo in bagno si sarebbe iniettato una seconda dose da 20 milligrammi di Propofol. La difesa dirà quindi semplicemente che Murray entrato nella stanza e vista la seconda confezione di Propofol sul pavimento, soccorse subito “The King of Pop“. Murray baserà tutta la sua difesa sulla dipendenza di Michael Jackson dal Propofol. Non ci resta che aspettare per stabilire se in tutta questa tragica storia avremo un colpevole o un innocente.