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In ricordo di Franco Battiato

Ieri mattina, martedì 18 maggio 2021, l’Italia intera è svegliata da un messaggio sul sito dell’ANSA che ha scosso le coscienze di molti: “Si è spento questa mattina, nella sua residenza di Milo, Franco Battiato. Lo rende noto la famiglia. I funerali avverranno in forma privata”.

Il messaggio di poche righe ha subito scatenato un’ondata emotiva molto forte nel popolo italiano: Franco Battiato (per alcuni il Maestro Franco Battiato), nato a Jonia il 23 marzo del 1945, geniale musicista che ha spaziato nei generi musicali come pochi altri, era venuto a mancare, vedendo finalmente l’infinito, come cantava nella canzone “Tutto l’universo obbedisce all’amore“, tratta dal disco “Fleurs 2” del 2008. Ma chi era Franco Battiato?

Franco Battiato, all’anagrafe Francesco Battiato, in primis è stato un fantastico cantautore e compositore italiano, che ha spaziato nella musica come pochi, passando dal pop al rock progressivo e all’avanguardia colta (con il suo disco “Fetus” che Frank Zappa definì un capolavoro) per terminare il suo percorso musicale approdando alla musica leggera e alla canzone d’autore, senza dimenticare le sue incursioni nella musica etnica, in quella elettronica e nell’opera lirica. D’altronde, con ben 30 dischi in oltre 47 anni di carriera, il musicista siciliano ha avuto la possibilità di sperimentare e collaborare con una moltitudine di artisti di altissimo livello, da Giuni Russo a Donatella Moretti, da Giorgio Gaber ad Alice, da Patty Pravo a Ginevra di Marco, dai Bluvertigo ai CSI (ex CCCP Fedeli alla linea).

Oltre al Battiato musicista, però, c’è anche un Battiato regista e un Battiato pittore, a dimostrare la multiformità del suo talento e del suo genio: dopo una prima esperienza come attore, Battiato compone diverse colonne sonore, stringendo un sodalizio artistico con Nanni Moretti ed Elisabetta Sgarbi, e diventa lui stesso dal 1979 il regista dei suoi videoclip. Dirigerà nel 2003 il suo primo film, “Perdutoamor“, che vince il Nastro d’argento come miglior regista esordiente, per poi dirigere nel 2005 “Musikanten” (film sugli ultimi quattro anni di vita di Ludwig van Beethoven), nel 2007 “Niente è come sembra” e “La Sua figura“, docufilm dedicato alla vita e all’opera di Giuni Russo, e nel 2010 l’altro docufilm “Auguri Don Gesualdo“, incentrato sulla vita dell’intellettuale Gesualdo Bufalino.

E il Battiato pittore? L’interessa per la pittura in Battiato nacque intorno al 1990, quando cominciò a dipingere perchè, come affermato in una intervista a Repubblica, “nella pittura vedo tutti i miei difetti, e mi interessa migliorare. Ne sono ingordo e non vedo l’ora di mettermi a lavorare“. Nonostante il Maestro non si sia mai definito un “pittore” bensì un “uomo che dispinge“, celandosi dietro lo pseudonimo Süphan Barzani, organizzò varie mostre personali in Italia e nel mondo, esponendo a Roma, Catania, Firenze, Stoccolma, Miami, Istanbul e Göteborg e producendo circa ottanta opere, disegnando anche le copertine e i libretti dei suoi dischi “Fleurs” e “Ferro battuto“.

Cosa ci resta di Franco Battiato? Ci resta un enorme testamento musicale, artistico e spirituale: il musicista siciliano era un uomo intelligente, arguto, curioso e sempre aperto alla sperimentazione e alla scoperta, peculiarità che lo ha caratterizzato lungo tutto l’arco non solo della sua carriera ma della sua intera esistenza. E allora non ci resta che ringraziare per avere avuto la possibilità di conoscere la sua arte e salutarlo con le parole di “Insieme a te non ci sto più“, canzone di Caterina Caselli che lui riportò al successo nel 2002 con l’album “Fleurs 3“: “Chi se ne va, che male fa.

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