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Insidious: la recensione

No, il cinema dell’orrore non conoscerà mai la parola fine. Si riciclerà, trarrà forza dall’esterno nutrendosi delle nostre paure e offrendocele a un livello di finzione accettabile. Quando, invece, le idee scarseggiano si ricorre al circolo dell’autoreferenzialità, quel club esclusivo in cui i registi possono attingere all’infinito, riproducendo, anche con sostanziali cambiamenti, le idee del passato. Questo continuo “rubacchiare” tiene in vita il genere, tra alti e bassi. Non mancano però le idee originali e registi che hanno ancora “qualcosa da dire”. Questo è il caso di James Wan (“Saw – L’enigmista”, Dead Silence), regista malese dell’intrigante horror Insidious che ha come protagonisti Patrick Wilson e Rose Byrne. Nella pellicola c’è anche un gustoso cameo offerto da Johnny Depp.

Insidious

Sinossi

I coniugi Josh e Renai Lambert, da poco trasferiti insieme ai figli in una nuova casa, sembrano una normalissima coppia della middle class americana;  in realtà il marito nasconde (involontariamente) un segreto che influirà sulla vita di Dalton, il loro figlio maggiore che, in seguito a una rovinosa caduta, è entrato in coma. Il problema è che secondo la diagnosi medica il ragazzo non ha lesioni di alcun tipo e il suo “sonno” prolungato appare come un fenomeno inspiegabile. Il mistero si infittisce quando Renai comincia ad avvertire strani rumori in casa, accompagnati da visioni  – nitide – di terrificanti esseri non umani.  Renai, sconvolta,  convince Josh a trasferirsi in una nuova casa, convinta che quella che stanno lasciando sia infestata. Ben presto,  e con l’aiuto della medium Elise, comprenderanno che ad essere posseduta non era l’abitazione ma loro figlio Dalton.

Quattro fasi

Sono quelle in cui ci sentiamo di dividere il film. Nella prima, e parliamo dei primi venti minuti, non succede granché e la trama sembra indirizzarsi verso un classico “Poltergeist” o “Paranormal Activity”. Si avvertono le presenze ma solo “viaggiando” con la fantasia. Improvvisamente il film sale – e molto – di tono ed ecco che entriamo nella fase numero 2: il piccolo Dalton finisce in coma e mamma Renai comincia ad avere le prime visioni (notevole quando insegue il “fantasma” del figlio). Si comincia a restare incollati alla sedia e si spengono le luci: il film entra nella sua fase calda. Fase 3: i coniugi Lambert cambiano casa ed entra in scena la mamma di Josh, figura ambigua che prende le difese di Renai. Anche lei, infatti, riesce a vedere le “entità soprannaturali”. Josh, poco convinto, accetta l’aiuto della medium Elise che ci introduce direttamente nella fase quattro, dove il film si arricchisce della componente fantasy: Josh sarà costretto a un lungo viaggio “ultraterreno” per combattere le sue paure e riprendersi suo figlio.

Giudizio sul film

Tra alti e bassi il film centra l’obiettivo: tenere alta la tensione. Sì, è vero, ci sono momenti morti piuttosto noiosi ma nel complesso la trama regge fino alla fine. Il problema è che non sempre gli attori sono all’altezza. Ok, parliamo di un film dell’orrore e a volte la recitazione appare come marginale rispetto agli effetti speciali e , per gli amanti del genere, ai fiumi di sangue e all’uccisione di belle ragazze svestite, ma alcuni personaggi di questo “Insidious” sono davvero improponibili, a cominciare agli assistenti della medium. Anche Josh e Renai non fanno nulla per essere ricordati e soprattutto il primo riesce in una difficile impresa: la monoespressività continua. Poco male perché comunque questo horror del talentuoso James Wan (attenzione, in una scena è riconoscibile il pupazzo di “Saw” e la scritta 8 a voler pubblicizzare l’ennesimo episodio della saga) risulta complessivamente di buona fattura e va ad inserirsi tra le proposte horror più interessanti dell’annata cinematografica.

Commenti finali

Pur prendendo in prestito qualcosa da “Paranormal Activity” e da “Poltergeist”, Wan non compie un cospicuo saccheggio. Attinge, utilizza ma rielabora e ci fornisce la sua personale idea di “possessione demoniaca”. Improvvise apparizioni e una colonna sonora all’altezza rendono la pellicola godibile, nonostante il rischio del volersi infilare forzatamente in un terreno minato: quello della rappresentazione di entità e mondi sovrannaturali. Il tutto viene affrontato con troppa leggerezza e il “viaggio astrale” di Josh rischia di sfociare nel ridicolo/paradossale. Fortuna che proprio in zona Cesarini il film ritrovi la giusta rotta, regalandoci un finale di spessore ma, soprattutto, non banale. [starreview tpl=16]

IL NOSTRO PARERE IN BREVE

Buon FilmArray

PANORAMICA RECENSIONE

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