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Intervista a Michele Pinto, regista della web serie “Chiamami”

E’ stata pubblicizzata come la prima web fiction “made in Puglia”. Dopo aver battuto ogni record di visualizzazione (sia in siti italiani che esteri), “Chiamami“, la web serie romantica e divertente realizzata da Michele Pinto sbarcherà ora in televisione, sul canale di Antenna Sud.

Chiamami
Nella serie (una decina di puntate in tutto, alcune divise in due parti) si racconta di tre amici e dei loro sforzi per salvare uno di loro chiuso in ospedale la cui unica possibilità di salvezza è un intervento all’estero. Dopo una fallimentare serata di beneficienza, il gruppo di amici si improvvisa accompagnatori di donne sole e annoiate. Basta veramente poco per essere trascinati dalla simpatia dei personaggi e delle situazioni, pochissimo per immedesimarsi in questi ragazzi dolci e un po’ imbranati. “Alla base del mio progetto ci sono studi sociologici che io stesso ho condotto (sono laureato in Giurisprudenza, con una tesi sulla libertà d’espressione e la censura cinematografica) e che vedono lo spostamento di massa della fruizione di contenuti su Internet a scapito di quella televisiva – spiega il regista Michele Pinto, nel raccontare l’iter che ha portato alla nascita della serie – ricordo in infanzia di un certo allarme sociale per cui genitori e studiosi eran preoccupati per le numerose ore trascorse dai bimbi davanti alla TV. Oggi gli stessi passano molte più ore su web anche grazie alla possibilità (che è sempre un’arma a doppio taglio comunque) di poter interagire col nuovo massmedia senza subire solo e passivamente i contenuti come accadeva con la televisione. Questo per me è il campo di battaglia futuro per quanti vorranno fare entertainment. Non solo la crisi economica generale ancor più ha sottratto fondi ai finanziamenti culturali, ma personalmente ho sempre pensato che i soldi fossero un po’ la morte della fantasia. Qui al Sud da sempre siamo abituati ad inventarci. E il fatto di voler raccontare storie ma senza troppi soldi stimola l’inventiva e la ricerca di soluzioni alternative. La trama di “Chiamami” per le forti tinte di denuncia sociale che la distinguevano (precariato, disoccupazione, malasanità, disagio sociale e perdita dei valori) ha da subito interessato il produttore Maurizio Altomare che con la sua associazione culturale Movida di Molfetta ha prontamente colto l’occasione del bando regionale Bollenti Spiriti per far candidare Chiamami ad un finanziamento destinato a progetti multimediali e non, in grado di valorizzare nei modi più originali la Regione Puglia. Immediatamente la nostra idea di narrare tanti problemi quotidiani dei giovani del Sud, mixandoli in maniera comica con la valorizzazione delle bellezze pugliesi (i nostri eroi infatti conducono le loro clienti alla scoperta della Puglia più suggestiva), con l’uso dello strumento del web 2.0, e con il ricorso alla sottotitolazione delle puntate in inglese per rendere globalmente fruibile il tutto, ha colpito le istituzioni che han premiato “Chiamami” con un finanziamento di 25.000 euro”. A cosa vi siete ispirati per la trama? “L’idea mi è venuta all’incirca quattro anni fa, allorchè mi capitò di leggere l’intervista ad un’istruttore di nuoto di un paese nella provincia di Bari che confessava la necessità di doversi prostituire per poter sbarcare il lunario, non riuscendoci col solo misero stipendio di bagnino. In quell’occasione dissi a me stesso: ma guarda un po’ cosa sono costretti a fare sia uomini e non solo donne come spesso si è portati a pensare, per poter sopravvivere. Allora decisi in accordo col mio storico sceneggiatore Raffaele Tedeschi di voler affrontare narrativamente questo disagio che ormai imperversa nella nostra società, dove la dignità ormai è una parola ai più sconosciuta, anche se da subito decidemmo di inserire punte di nobiltà nel nostro racconto. E così nella nostra web fiction ci sono sì tre giovani che loro malgrado s’improvvisano gigolò, ma non per il semplice e materiale bisogno di denaro, bensì in nome della sacra amicizia che li lega ad un quarto amico. L’altro elemento poetico forte della fiction è dato dalla personalità di uno dei personaggi. Nico l’imbranato (interpretato dal caratterista Massimiliano Tedeschi), che nei panni di escort non ci sta proprio vista la sua atavica imbranataggine con le donne, ma che nonostante tutto le conquista proprio con la lettura delle sue poesie di cui fino a poco tempo prima si vergognava”.
Chiamami
Come avete scelto gli attori? “Gli attori di chiamami sono stati scelti con un classico provino video che però ha avuto l’esclusiva possibilità di essere ammirato in rete sul nostro sito istituzionale e votato dalla gente a casa. Tra gli attori poi alcuni erano davvero alle prime armi mentre altri, lavorano ormai da anni al cinema o sulle diverse televisioni locali ma aldilà di questa sorprendente eterogeneità l’amalgama che si è venuta a creare ha dato ad ognuno di loro la possibilità di apprendere e al tempo stesso di donare ai suoi colleghi parte della sua esperienza e conoscenza”. Ci sarà un “Chiamami 2”? “Al momento stiamo lavorando ad un progetto ancora piu’ ambizioso e che vedrà la luce all’inizio del 2012 eche pur raccogliendo l’eredità di “Chiamami” sarà di un genere completamente diverso…il suo nome sarà “Bishonnen“”! Cosa vi aspettavate e quali obiettivi avete raggiunto con la serie? “Noi volevamo innanzitutto valorizzare la nostra amata terra e farla conoscere al mondo ancor di più e sicuramente non solo per le orecchiette con le cime di rape. La distribuzione delle puntate è avvenuta inizialmente non solo sul nostro sito istituzionale e su YouTube ma anche su 17 importanti portali cittadini del circuito pugliese e man mano altre realtà anche nazionali hanno iniziato ad ospitare i nostri episodi fino all’importante portale americano webseries network dove “Chiamami” grazie ai suoi sottotitoli in inglese è una delle serie piu’ seguite!”. Raccontaci qualche aneddoto accaduto durante la realizzazione della serie “Una notte riaccompagnando in auto a casa alcuni attori dopo ore e ore di riprese, mi sono ritrovato circondato da una mandria di cinghiali selvaggi che muovendosi rapidamente per le campagne del sude est barese stavano quasi per ammazzarci… ma per il cinema questo ed altro!”.

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