“Gli italiani perdono le partite di calcio come se fossero guerre e perdono le guerre come fossero partite di calcio”.
Il celebre enunciato dello statista britannico Winston Churchill si rivela particolarmente adeguato a descrivere l’Italia di Antonio Conte che ha appena terminato la sua spedizione ad Euro2016. Un’Italia da battaglia, fiera e mai doma, che si è opposta con orgoglio e fine disciplina tattica ai Campioni del Mondo della Germania.
La rappresentativa teutonica, nei 120 minuti di gioco, ha dimostrato di meritare i gradi di favorita che la stampa, unanimemente, gli aveva attribuito alla vigilia della grande sfida. Chi credeva, però, in una prova d’orgoglio, di carattere dell’Italia, non sarà rimasto deluso.
I quattordici azzurri scesi sul terreno di gioco di Bordeaux, ieri sera, si sono rivelati particolarmente agguerriti e hanno meritato di non perdere nel gioco, acciuffando un prodigioso pari, che non è bastato a scongiurare l’eliminazione dal torneo, patita ai calci di rigore. Si sa che, dagli undici metri, è sempre una lotteria, ma il dispiacere di non poter fare di più e di meglio in questa competizione, laddove vi era la possibilità, rimane tanta.
A macchiare una prestazione di egregia fattura della nostra Nazionale sono stati in particolare due tiratori scelti, già messi sulla graticola dai tifosi azzurri sul web e nelle conversazioni sostenute nelle piazze e nei bar dello “stivale”: si sta parlando, come ovvio, di Zaza e Pellé.
Al primo si rimprovera di essere entrato all’ultimo secondo utile in campo appositamente per tirare i rigori e di aver calciato un penalty improbabile, soprattutto considerata la preparazione dello stesso, con una rincorsa che ha ricordato più una danza tribale che il gesto atletico di un campione. Al secondo si addebita l’irriverenza di un gesto rivolto allo straordinario portiere tedesco, Manuel Neuer, col quale il centravanti azzurro avrebbe mimato l’intenzione di voler calciare l’ormai celebre “scavetto” di tottiana memoria, prima di eseguire, infine, un tiro ad incrociare a pelo d’erba che è terminato irrimediabilmente a lato della porta difesa dal gigante teutonico.
Se il peccato di Zaza appare tutto sommato veniale, trattandosi comunque di un errore essenzialmente tecnico, quello di Pellé è apparso davvero un modo poco consono di proporsi ad una platea internazionale. Siamo stati la Nazionale dell’orgoglio, della lotta e dell’umiltà ed un gesto di tale superbia è apparso davvero stonato e fuori luogo, giustamente punito dal destino.
Ma le dietrologie e i “j’accuse” del caso non producono frutti rigogliosi e succulenti. Resta comunque la soddisfazione di aver assistito ad una Nazionale degna di essere chiamata tale e, nonostante alla vigilia il bagaglio tecnico a disposizione di Conte non apparisse competitivo, l’Italia ha eliminato la Spagna Campione d’Europa e hanno dato filo da torcere alla Germania Campione del Mondo.
Ora spazio a Ventura che avrà il non facile compito di rimotivare un gruppo che aveva trovato solidità e compattezza granitiche. La base tecnico-tattica potrebbe non essere del tutto dissimile dall’impostazione di Conte (si dovrebbe ripartire dal 3-5-2), con la speranza che il prossimo biennio produca qualche talento in più e ci veda sempre e comunque protagonisti per il prossimo mondiale in Russia.