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Keane: “The Best Of Keane”. La recensione

Cominciano a fioccare i greatest hits delle band nate all’inizio del millennio, segno che già una prima decade è passata velocemente e  si sta per mettere fine anche alla seconda. I Keane mettono mano al loro primo “The Best Of…” per darsi un fermo all’attività musicale e procedere con altri progetti paralleli. I Keane nascono alla fine dello scorso millennio, ma espandono la loro produzione musicale ai primi anni del nuovo millennio, e si differenziano da tutti gli altri gruppi britannici perché sprovvisti di chitarra. Si, i Keane non hanno chitarra e lo nascondono molto bene e si servono di un tappeto fittissimo di tastiere che talvolta emulano anche il suono più ambito della musica rock.

I Keane decidono di mettere pausa ad una discografia non ricchissima, ma in fondo sembravano distinguersi da tutti gli altri per quel quid in più rispetto a tutta la marea britannica e internazionale. Dopo burrascose questioni legate alla band e ai live, nel 2004 esce “Hopes and Fears“, album che consacra la band alle classifiche europee e che grazie al singolo conosciutissimo “Everybody’s Changing” diventa un album di debutto di grande successo. L’anno successivo i Keane cominciano a lavorare ad un nuovo album tra un impegno e l’altro, e nel 2006 esce “Under the Iron Sea“, disco dai numerosi singoli di successo che mettono in luce un nuovo aspetto della musica dei Keane più synth ma in sostanza sempre dalla forte anima britpop. “Perfect Symmetry” e “Strangeland” sono i dischi più recenti che non apportano chissà quale sconvolgimento all’interno di un suono diventato ormai singolare e marchio di fabbrica di una band come quella dei Keane attraversata più volte dal problema delle dipendenze, dalla frammentarietà e una produzione discografica che canta più volte di mondi fantastici e problemi esistenziali.

Keane - The Best Of Keane -Artwork
Keane – The Best Of Keane -Artwork

I Keane pubblicano “The Best Of Keane” includendo i successi che li hanno portati in auge durante il primo decennio più ricco della discografia mondiale, decennio che ha visto nascere e morire band in un periodo di tempo davvero ridotto. I Keane non hanno mai avuto bisogno di evadere particolarmente dal loro stile e dalla loro musica, hanno sempre dimostrato qualcosa di nuovo nonostante il fatto che in sostanza i dischi suonavano sempre allo stesso modo. Questo greatest hits infatti dimostra proprio questo, nonostante sia la raccolta di brani provenienti da quattro dischi differenti e da un EP sono la prova vivente che cambiando disco il suono non cambia. Il disco diventa doppio nella versione deluxe che è quella che contiene anche degli inediti e degli estratti più un DVD della performance la cui scaletta è stata decisa da alcuni fan per un contest. “Everybody’s Changing”, “Somewhere Only We Know”, “Bend and Break”, “Bedshaped”, “This Is the Last Time”, “Atlantic”, “It Any Wonder?”, “Nothing in My Way”, “Hamburg Song”, “Crystal Ball”, “A Bad Dream”, “Try Again”, “Spiralling”, “Perfect Symmetry”, “My Shadow”, “Silenced by the Night”, “Disconnected”, “Sovereign Light Café” ,”Higher Than the Sun”, “Won’t Be Broken” sono i brani che la band ha pensato di inserire in una raccolta di successi, e ognuno a suo modo esprime la filosofia, le melodie e la storia di una delle band più di carattere degli ultimi anni. Sicuramente se i Keane non decidessero di ritornare rimarrebbe un grande vuoto all’interno della discografia mondiale, ma siamo convinti che prima o poi ci sarà regalato un altro “Under the Iron Sea” degno delle migliori critiche musicali.

 

IL NOSTRO PARERE IN BREVE

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PANORAMICA RECENSIONE

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Carmen Pierri
Lo studio del pianoforte avvicina il suo cuore alla musica in tenera età facendole sviluppare presto una passione per tutta la musica esistente. Appassionata di musica strumentale è una biologa prestata alla critica musicale. Amante dell'indierock, la sua unica certezza i Radiohead. La musica, l'evoluzione e i numeri la sue passioni.
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