Kevin Spacey è uno dei numerosi personaggi del mondo dello spettacolo finiti al centro dell’attenzione con l’accusa di aver aggredito sessualmente una o più persone.
Nel suo caso, tutto ha avuto inizio nel 2017, quando l’attore Anthony Rapp ha accusato Kevin Spacey di averlo aggredito sessualmente quando era minorenne. All’epoca dei fatti, Spacey aveva poco più di vent’anni mentre Rapp ne aveva solo 14. A seguito delle pesanti dichiarazioni di Anthony Rapp, l’attore di “House of cards” aveva gestito molto male la situazione, dicendo di non ricordare l’incontro e approfittando di quel momento per fare coming out e ammettere la sua omosessualità. Da allora molti altri personaggi del mondo dello spettacolo, a partire da Harvey Weinstein, sono caduti sotto il peso delle accuse. È nato il movimento #metoo, che ha visto tra le sue principali esponenti Asia Argento, che ha dato coraggio a molte persone di denunciare abusi che avevano subito anche molto tempo prima.
Kevin Spacey è stato accusato da più persone, 8 di queste facevano parte della produzione di “House of Cards“. Netflix ha preso provvedimenti immediati, licenziando l’attore e concludendo l’ultima stagione senza di lui. Ridley Scott ha girato tutte le scene che lo vedevano protagonista in “Tutti i soldi del mondo”, sostituendo Spacey con Christopher Plummer a solo un mese dall’uscita del film nelle sale.
Il caso di William Little
La conduttrice televisiva Heather Unruh ha accusato Kevin Spacey di avere molestato suo figlio, William Little, nel 2016, quando il ragazzo aveva 18 anni. La donna aveva detto che l’attore aveva fatto ubriacare il figlio in un bar a Nantucket, in Massachusetts, per poi abusare di lui. Spacey si è sempre dichiarato innocente e aveva parlato di un rapporto consensuale. Il mese scorso la vicenda si è fatta più complicata e ha portato Little a ritirare le accuse contro l’attore. L’avvocato del ragazzo, infatti, sosteneva di avere le prove dell’accaduto nei messaggi di uno smartphone che però sarebbe andato smarrito. Secondo la difesa di Spacey, invece, sarebbero stati cancellati alcuni messaggi che avrebbero potuto provare l’innocenza dell’attore. A fronte della possibilità di essere accusato della distruzione delle prove, William Little ha fatto un passo indietro – invocando il Quinto Emendamento – e ha ritirato le accuse, il caso è stato chiuso. Il processo, fin dall’inizio, non sembrava partire da basi solide: la sera in cui William Little incontrò Spacey, lavorava come cameriere al Club Bar e disse all’attore di avere 23 anni. I due iniziarono a parlare e a bere, Little non ha mai dichiarato di essere stato costretto ad assumere alcolici. Spacey, di fatto tentò di avere un contatto fisico con il ragazzo, ma la cosa non andò troppo oltre: provò a infilare la mano nei pantaloni di Little, che nel frattempo raccontava cosa stava accadendo alla sua ragazza. Il cameriere durante il processo ha dichiarato di non ricordare molto di quella sera ma di non essere rimasto particolarmente turbato dall’accaduto. A denunciare Kevin Spacey, di fatto, è stata la madre, Heather Unruh, peraltro legata a più persone coinvolte nel processo. L’accusa avrebbe manomesso i messaggi che Little si scambiò su Snapchat con la sua ragazza quella sera e dai quali – anche nella versione “manomessa” – traspare stupore ma non particolare turbamento. Il telefono incriminato è poi misteriosamente scomparso, lo stesso proprietario del locale (morto pochi mesi fa) aveva invece preso le difese di Kevin Spacey. La famiglia di Little sostiene di non aver più visto il cellulare dopo averlo consegnato alla polizia per le indagini; le forze dell’ordine, invece, sostengono che il padre di William Little ritirò il telefono, l’uomo ha dichiarato di non ricordarlo.