Ribattezzato come al solito impropriamente “L’ultimo dei templari“, “Season of the Witch” è l’ultima fatica di Dominic Sena, tra l’altro regista di “Fuori in 60 secondi“, che vede protagonista il prezzemolino di Hollywood, Nicolas Cage. Il titolo rimanda ai misteri dei templari, al santo Graal e a tutte quelle argomentazioni che “Il codice da Vinci” ha lanciato come trend di qualche anno fa nel mondo del cinema, ma con i templari ha ben poco a che vedere, piuttosto si avvicina a “L’esorcista” e simili.
Siamo nel XIV secolo e Behmen (Nicolas Cage) è un crociato che, insieme a Felson (Ron Perlman) decide di abbandonare la missione per tornare a casa, pertanto la Chiesa considererà entrambi dei disertori e i due dovranno trovare rifugio prima di essere impiccati. Durante la loro fuga, i due amici si ritroveranno in un villaggio e una volta scoperti, avranno solo un’alternativa alla morte, che sembra loro decisamente più plausibile: dovranno accompagnare una ragazza accusata di stregoneria fino ad una remota abbazia, per fermare una volta per tutte la peste che sta distruggendo tutti i villaggi e che sembra essere causata proprio dalla ragazza. Behmen e Felson decidono di accettare lo scomodo incarico e si avventurano per i monti nebbiosi, tra mille insidie che li attendono, ma con un prete, un giovane cavaliere ed un truffatore a far loro da sostegno. Ma durante il loro viaggio i protagonisti saranno messi alla prova parecchie volte fino ad arrivare al grande scontro finale. Sono in molti a chiedersi perché a Nicolas Cage vengano propinate parrucche e capigliature sempre più inguardabili, ma la vera domanda dovrebbe essere un’altra: perché continua a recitare? E com’è possibile che sia riuscito pure ad aggiudicarsi un Oscar? Questi sono i veri misteri della vita e forse non ci verrà mai data una risposta, in ogni caso “L’ultimo dei templari” è uno dei peggiori film sfornati negli ultimi mesi e, siamo onesti, la colpa non è esclusivamente di Nicolas Cage e della sua inespressività. Un vero peccato che Dominic Sena non abbia saputo sfruttare la storia a modo, visto che gli ingredienti per la buona riuscita del film c’erano tutti: una storia ambientata nel Medioevo, le crociate, i misteri della Chiesa, il demonio, atmosfere gotiche tra splendidi monti ricoperti da una perenne coltre di nebbia, ma ne “L’ultimo dei templari” perfino gli ululati dei lupi finiscono per scadere nel ridicolo. Il problema non è solo la capigliatura di Cage, ma è una sceneggiatura che ha gambe deboli e non si regge in piedi, che distrugge un ottimo lavoro realizzato dal punto di vista della fotografia, controbilanciandolo con effetti speciali di bassa lega, che finiscono per peggiorare ulteriormente la già precaria situazione della pellicola. Il film finisce col trasformarsi in una guerra tra zombie con versi latini recitati in sottofondo, tanto per conferire un’atmosfera da brivido… ma non perché si abbia paura, e chi vuol intendere, intenda. La stregoneria e la caccia alle streghe così come l’esorcismo sono sempre stati argomenti che hanno fatto molta leva sul pubblico, se sfruttati bene. In questo caso, guardare “L’ultimo dei templari” risulterebbe solamente una perdita di tempo, tra combattimenti da crociati e montagne inquietanti, decine di cadaveri deformati dalla peste, non sono sufficienti se non c’è un buon collante a tenerli uniti. Ed in questo film, si sono proprio dimenticati di usarne anche solo una minima dose.