In questi giorni si continuerà a parlare delle elezioni USA e della vittoria di Donald Trump, arrivata con grande sorpresa.
I sondaggi, infatti, davano Hillary Clinton come favorita, ma la potenziale prima presidentessa degli USA ha dovuto incassare il colpo e con lei tutti i suoi sostenitori. Moltissime star americane hanno supportato Hillary Clinton durante la sua campagna, da Bruce Springsteen a Beyoncè passando per Lady Gaga. Quest’ultima ha deciso di protestare apertamente andando alla Trump Tower, il famoso grattacielo sulla Fifth Avenue è diventato luogo di protesta per migliaia di giovani che non hanno preso bene i risultati delle elezioni.
Le lacrime di Miley Cyrus
Dopo la sconfitta della Clinton, Lady Gaga è stata vista in lacrime ma non è stata l’unica. Anche Miley Cyrus non è riuscita a trattenere la commozione, la cantante ha supportato Hillary ma ha voluto fare un discorso per dichiarare che accetta la scelta di avere Donald Trump come presidente, chiedendogli di trattare le persone con compassione, amore e rispetto. Sia la Cyrus che Lady Gaga si battono da anni per i diritti della comunità LGBT e non solo, tutti valori che Trump non sembra voler rispettare, almeno sulla base di quanto ha dichiarato nel corso della sua campagna elettorale.
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— Miley Ray Cyrus (@MileyCyrus) 9 novembre 2016
La rabbia di Moby e Mick Jagger
Donald Trump lo scorso luglio aveva usato “You can’t what you want” dei Rolling Stones durante un convegno, la storica band britannica si era opposta alla cosa e continua a mantenere la stessa opinione. Tuttavia il neo-eletto sembra preoccuparsi ben poco dell’opinione degli autori del brano, infatti ieri quando ha pronunciato il suo primo discorso lo ha usato ancora una volta. Anche se sui social non tutti lo hanno capito, Mick Jagger ha replicato a quanto accaduto con ironia, scrivendo:
Forse mi chiederanno di cantare You Can’t Always Get What You Want al discorso inaugurale.
È stato ben più serio Moby, che continua a chiedersi come sia possibile che in un Paese come gli USA abbia vinto un personaggio come Donald Trump, facendo il paragone con la preparazione e l’esperienza della Clinton, sottolineando anche il fatto che sarebbe potuta diventare il primo presidente donna degli Stati Uniti. Nonostante la rabbia e la frustrazione, però, ormai c’è ben poco da fare e non rimane che aspettare di scoprire come sarà questa nuova presidenza. Trump si insedierà a tutti gli effetti a gennaio.